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5G: studi confermano se le reti di Tim, Wind, Tre e Vodafone sono dannose

Le reti di quinta generazione saranno dannose per la nostra salute? E’ ciò che in molti si chiedono in vista dell’imminente debutto mondiale del 5G. A dire il vero, l’arrivo di questa nuova tecnologia preoccupa un numero crescente di cittadini, associazioni e parlamentari, tanto da aver chiesto lo stop delle antenne. A fare chiarezza sui rischi legati all’arrivo del 5G è stato l’Istituto Superiore di Sanità in una recente audizione alla Camera.

Il 5G è dannoso per la nostra salute? La risposta dell’Istituto Superiore di Sanità

Le paure legate ai potenziali rischi del 5G si basano essenzialmente sui risultati ottenuti da due studi, uno condotto dall’Istituto Ramazzini e l’altro dal National Toxicology Programè stato dimostrato che, esponendo dei topi da laboratorio a onde elettromagnetiche su frequenze usate dal 2G e dal 3G, sia aumentato il rischio di tumore. Tuttavia, come dichiarato dallo stesso istituto americano, i risultati ottenuti non possono essere trasposti sugli esseri umani poiché, tra gli altri motivi, le potenze assorbite dalle cavie sono state di circa un ordine di grandezza più alte rispetto all’utilizzo di un cellulare.

L’Istituto Superiore di Sanità ha anzitutto ricordato che le attuali linee guida internazionali non hanno evidenziato alcun rischio per le antenne cellulari, e che le potenze utilizzate nella realtà sono assai inferiori rispetto a quelle che sono state sperimentate sui ratti. Inoltre, le linee guida internazionali definiscono essere un possibile

cancerogeno solo il grande utilizzo dello smartphone, il che è molto diverso dalla presenza delle antenne, dal momento in cui la vicinanza della fonte al cervello umano aumenta notevolmente l’assorbimento delle onde. Si parla, comunque, di un possibile cancerogeno, per cui la scienza stessa al momento non è certa che possa esistere un reale pericolo.

Inoltre, le reti 5G useranno delle frequenze più elevate rispetto a quelle attuali, che serviranno a creare celle molto piccole ma più numerose lungo tutto il territorio italiano, ma ciò significa che le potenze utilizzate saranno più basse e le onde si fermeranno ad un livello molto superficiale della pelle. Secondo gli operatori telefonici, infine, il futuro del 5G in Italia è già ostacolato dalle norme vigenti che impongono limiti molto più restrittivi rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche, per cui gli stessi gestori stanno già riscontrando non poche difficoltà nell’installazione delle antenne per il 5G. Stando a quanto dichiarato da Stefano da Empoli, presidente dell’Istituto per la Competitività, “le norme sulle emissioni rischiano di penalizzare fortemente lo sviluppo del 5G in Italia. È davvero giunto il momento di rivederle, altrimenti la tecnologia da noi potrebbe essere meno diffusa e costare di più agli utenti“.

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Pubblicato da
Raffaella Papa