Gli operatori nazionali italiani sembrano aver escluso gli SMS dai loro abbonamenti e dalle loro soglie mensili: tutto ciò ha portato l’utente a fare sempre più affidamento ad applicazioni per la messaggistica istantanea. Sebbene, ad oggi, WhatsApp (la prima in classifica) sia riconosciuta a livello mondiale, fuori dall’Italia questa applicazione non è la regina madre visto che viene sfidata proprio dai cari e vecchi SMS.
Short message service: la loto storia del 1985 ad oggi
Nati nel 1985, gli SMS rivestono ancora importanza dopo tre diversi decenni. Nel corso di questi ultimi, il loro sfruttamento è stato diverso, ma il concetto alla base è sempre rimasto immutato: pura comunicazione. Con un limite di 160 caratteri, gli SMS forniscono ben poco all’utente, ma possiedono una caratteristica che WhatsApp può sognare. Quale? Basta riflettere un po’.
Certo, con questa forma di comunicazione non sarà possibile inviare emojii moderne, gif, video e foto, ma permette di raggiungere la totalità degli utenti. In un mondo sempre più online sembra scontato che qualcuno sia in possesso di una connessione, ma così non è: non tutti gli utenti ne possiedono una e non tutti hanno ancora degli smartphone ultramoderni. Proprio per questo motivo, applicazioni come WhatsApp risultano essere inutili per la semplice comunicazione.
Questa logica è stata coltivata a lungo e sotto questa ottica, gli SMS sono riusciti a colmare il vuoto riuscendo a sopravvivere anche alla più recente tecnologia. Da non dimenticare, infine, che tale forma di comunicazione è la prediletta anche dal business e dalle sue più recenti forme.