Sicuramente tutti avrete sentito parlare dell’attacco alle moschee avvenuto solamente qualche giorno fa. Il social network Facebook è ora sotto accusa per non aver fermato i video caricati sulla piattaforma che ritraevano quei momenti.
Sono stati diciassette minuti di morte, trasmessi in diretta su Facebook e, il social network non ha avuto, ancora una volta, controlli efficaci. Molto probabilmente è stato troppo lento a reagire e il video è rimasto sulla piattaforma per qualche minuto.
Facebook accusato ancora una volta di non tutelare i propri utenti
L’attacco, eseguito anche da Brenton Tarrant è stato trasmesso in diretta su Facebook grazie ad una piccola telecamera che quest’ultimo aveva sulla testa. Il filmato inizia con le immagini interne all’abitacolo di un auto, presumibilmente quella dei terroristi e con un primo piano di Brenton. Successivamente viene mostrato l’arrivo davanti alla moschea di “Al Noor”, dove i fedeli musulmani erano intenti a pregare.
Hanno recuperato le armi dai sedili posteriori e sono entrati dentro per effettuare il massacro. Sono stati tre minuti di sparatoria con persone inermi e abbattute. L’assassino successivamente è tornato verso la sua macchina, ha ricaricato il fucile d’assalto ed è tornato nell’edificio per altri colpi ed altri morti. La polizia della Nuova Zelanda ha avvisato la piattaforma del video postato sulla piattaforma e subito dopo è stato rimosso.
La direttrice della policy di Facebook, Mia Garlick, ha spiegato: “La polizia della Nuova Zelanda ci ha avvisato sulla circolazione di un video su Facebook, subito dopo l’inizio della diretta. Abbiamo rimosso sia il profilo Facebook che quello Instagram dell’attentatore, oltre al video stesso“. Nonostante il video sia stato subito rimosso il principio non cambia, Facebook avrebbe dovuto tutelare maggiormente i propri utenti ed evitare che il video possa essere pubblicato.