In tanti anni di servizio, gli operatori telefonici, e in particolare Tim, Wind-Tre (se le consideriamo come società unica, benché in passato fossero distinte) e Fastweb hanno tendenzialmente optato per guadagni facili sulle spalle dei clienti.
Questi guadagni, il più delle volte, derivavano non dalla sola sottoscrizione delle offerte, bensì da tutti i costi aggiuntivi e non citati espressamente all’atto della sottoscrizione, che poi vanno a incidere molto sulla bolletta telefonica.
In particolare, è la trasparenza delle offerte fibra delle tre aziende a essere messa in discussione, offerte che traggono in inganno la potenziale clientela, mettendola di fronte a determinati prezzi perché supportati da una certa qualità del servizio offerto, cosa che il più delle volte non si verifica.
Per questo motivo, l’Antitrust ha deciso di aprire un fascicolo d’indagine sulle tre compagnie, che nel caso fossero giudicate colpevoli (e quindi inadempienti verso gli obblighi contrattuali) sarebbero costrette al pagamento di una salatissima multa da 5 milioni di euro
ciascuno.Dall’altra parte, Agcom sta provvedendo ad un altro annoso problema: i costi di recesso e cambio operatore, che secondo la normativa vigente dovrebbero essere notevolmente ridimensionati rispetto al passato, ma a quanto pare queste modifiche non sono ancora state apportate.
L’Autorità Garante sta inoltre occupandosi, in parallelo, dell’introduzione dei bollini sulle offerte (come da normativa approvata recentemente), per far capire a colpo d’occhio se si tratti di un’offerta per connessione fibra pura, fibra-rame o fibra-wireless, qui poste in ordine decrescente di velocità.
Altra grave problematica, sempre trattata dall’Agcom, riguarda l’inadempienza di Vodafone e Fastweb alle norme modem libero, in cui dovrebbero essere consentite chiamate VoIP anche con modem di diversa marca.
Fortunatamente, i due enti garanti in questo ambito sanno esser equi e severi, qualora ce ne sia bisogno. Basti pensare alle multe milionarie conferite, proprio nello stesso periodo dello scorso anno, a Tim, Wind e Fastweb. Siamo quindi fiduciosi che, anche in questa situazione, torneranno in campo a difendere i diritti dei consumatori.