Sebbene gli atti di terrorismo abbiano luogo nel mondo reale, è difficile arginare il problema su internet. Materiali come quelli delle recenti riprese a Christchurch proliferano sul web, e il problema di questi eventi è che su internet si possono sempre trovare sostenitori. I legislatori in Europa ne hanno abbastanza e quest’anno sperano di emanare una nuova legislazione che imporrebbe alle grandi aziende tecnologiche come Facebook e Google più responsabiltà per qualsiasi contenuto legato al terrorismo.
La legislazione è stata inizialmente proposta dall’UE lo scorso settembre come risposta alla diffusione della propaganda ISIS, che secondo gli esperti ha incoraggiato ulteriori attacchi. La società tenta già di offuscare video propaganda.
I social media sono una parte importante della strategia di reclutamento dei terroristi. “Che si trattasse degli attacchi di Nizza, che si tratti dell’attacco di Bataclan a Parigi, che si tratti di Manchester, tutti hanno avuto un collegamento diretto con i contenuti degli estremisti online“, afferma Lucinda Creighton, consulente senior del Counter Extremism Progetto (CEP), un gruppo di campagne che ha contribuito a modellare la legislazione.
Bisogna trovare un equilibrio
Le nuove leggi impongono alle piattaforme di eliminare qualsiasi contenuto legato al terrorismo entro un’ora dall’invio di un avviso, costringerlo a utilizzare un filtro per assicurarsi che non venga ricaricato e, in caso di fallimento in uno di questi compiti, consentire ai governi di multare le aziende fino al 4 percento delle loro entrate annuali globali. Per un’azienda come Facebook, che ha guadagnato quasi 17 miliardi di entrate lo scorso anno, ciò potrebbe comportare multe fino a 680 milioni.
I sostenitori della legislazione affermano che si tratta di proposte con buon senso, progettate per impedire che i contenuti online estremisti si trasformino in attacchi reali. Ma i critici per la libertà di internet e le grandi aziende tecnologiche, sostengono che la legislazione minaccia i principi di un internet libero e aperto, e potrebbe mettere a repentaglio il lavoro svolto dai gruppi anti-terrorismo.
Le proposte si stanno attualmente facendo strada attraverso le commissioni del Parlamento europeo, quindi molto potrebbe cambiare prima che la legislazione diventi legge. Entrambe le parti vogliono trovare un equilibrio per consentire la libertà di espressione e fermare la diffusione di contenuti estremistici online, ma hanno idee molto diverse al momento.