Stando a quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta da Vertiv in collaborazione con 451 Research, anche se il 5G è stato accolto con un diffuso ottimismo, il 90% degli operatori teme che le reti di quinta generazione e i servizi di edge computing possano provocare un aumento dei costi energetici.
L’indagine ha coinvolto oltre cento operatori delle telecomunicazioni a livello globale, ed ha riguardato le opportunità ed i potenziali ostacoli che potrebbero scaturire dall’arrivo del 5G e dall’adozione dell’edge computing. I risultati raccolti sono stati poi presentati al Mobile World Congress tenutosi quest’anno a Barcellona.
Come è stato detto in precedenza, il 90% degli intervistati teme che il 5G possa determinare un aumento dei costi energetici, ed è pertanto interessato a sostenere tecnologie che siano in grado di migliorarne l’efficienza. Del resto, dalle stesse analisi condotte da Vertiv emerge che il passaggio alle reti di quinta generazione potrà causare un aumento del consumo energetico della rete fino al 150/170% entro il 2026.
Secondo Giordano Albertazzi, presidente di Vertiv per Europa, Medio Oriente ed Africa, “La sfida per gli operatori che stanno prendendo in considerazione il 5G, sarà quella di scegliere i casi d’uso […] nei quali possano giocare un ruolo significativo e sostenibile. La ricerca condotta da Vertiv sui casi d’uso e gli archetipi dell’edge computing, […] aiuterà gli operatori delle telecomunicazioni a creare soluzioni di successo per gli investimenti nelle reti 5G e per le implementazioni di edge computing.”
L’indagine rivela, in particolare, che la maggior parte degli operatori ha già implementato (o è in procinto di farlo) l’edge computing, e che questo che verrà applicato a quattro archetipi principali: