No, non è apocalittico affermare che le reti mobili stanno lentamente uccidendo il Wi-Fi.
Non lo stanno facendo direttamente, certo, ma con il diminuire degli investimenti verso questa tecnologia per privilegiare l’avanzamento del 4.5G, del 5G e dell’Internet of Things, inevitabilmente verrà a mancare la materia prima con cui consentire il rinnovamento e il miglioramento di questo genere di connessioni.
Sicuramente resterà a ricoprire un ruolo fondamentale, in quanto le infrastrutture che consentono un utilizzo ottimale del Wi-Fi di casa sono le stesse che fungono, in parte, da supporto per le connessioni mobili. Ma con il tempo il ruolo svolto dal Wi-Fi ricoprirà sempre meno importanza, tanto da essere letteralmente surclassato dalle nuove reti in sperimentazione.
Allo stato attuale, secondo la fotografia fornita dalla società OpenSignal – esperta in analisi delle telecomunicazioni – già moltissimi Paesi vedono, sul proprio suolo, una migliore connessione delle reti mobili (quanto a velocità e stabilità) rispetto al Wi-Fi.
Secondo il recente studio condotto dall’azienda, infatti, già 33 Paesi sugli 80 presi in considerazione vedono le reti mobili primeggiare
sulla connessione Wi-Fi, con differenze che possono essere minime, ma anche importanti. Il delta più ampio lo si registra, ad esempio, in Australia, Qatar, Grecia e Repubblica Ceca, dove la differenza di velocità può raggiungere i 10 Mbps.Per sottrazione, quindi, appare chiaro che in 47 Paesi considerati sia ancora la rete Wi-Fi a farla da padrone. Esempio eclatante è Hong Kong, dove la velocità media del Wi-Fi raggiunge i 53,3 Mbps, mentre la rete mobile tocca appena i 14,7.
La nostra penisola si trova in una posizione intermedia, ma rientra, anche se di poco, in quei Paesi dove la rete Wi-Fi si dimostra ancora superiore alle reti mobili ad oggi presenti.
È molto probabile che questo trend non si confermi affatto dopo l’arrivo della nuova tecnologia 5G, tenendo conto che le cinque società che si sono aggiudicate le frequenze all’asta hanno investito complessivamente 6,5 miliardi di euro per l’implementazione delle infrastrutture, per i diritti sulle frequenze e per tutti gli adempimenti necessari a rendere realtà l’IoT e la connessione di rete più veloce di sempre.