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Non si prospetta un buon momento per gli istituti bancari, dopo la truffa che ha coinvolto le banche Unicredit, Bmp e Intesa SanPaolo nella vendita di diamanti a prezzi gonfiati.

Stavolta è Conto Arancio ad essere coinvolto: la filiale italiana della banca Ing Group olandese, durante gli ultimi controlli effettuati dall’Antitrust, ha evidenziato delle criticità nei sistemi di sicurezza adoperati.

Queste falle, infatti, avrebbero permesso ad alcuni malviventi di depositare sul conto corrente i proventi dei loro malaffari, senza che la banca effettuasse alcun controllo o indagasse sulla provenienza di queste somme di denaro.

Per questo motivo, la Procura di Milano ha deciso di emanare una direttiva preventiva volta ad arginare il fenomeno, impedendo alla Ing Direct italiana di aprire nuovi conti correnti.

Cos’è avvenuto e perché la banca risulta responsabile

Negli scorsi mesi, un nucleo di truffatori ha messo a segno dei raggiri sui siti di e-commerce Amazon e Airbnb. Nel primo caso, gli acquirenti compravano dei beni che non sarebbero mai stati loro recapitati, mentre nel secondo pagavano in anticipo il corrispettivo per l’affitto di stanze o case vacanza, che invece non risultavano essere mai state prenotate.

Gli utili prodotti da questi traffici illeciti venivano totalmente depositati su una serie di Conti Arancio appositamente creati, perlopiù dall’estero, sfruttando le falle nella sicurezza della filiale italiana.

Questo è ciò che ha indotto la Procura a muoversi in maniera cautelare, per evitare che si ripetessero ulteriori illeciti.

I dirigenti della compagnia si sono espressi dichiarando apertamente di essere consci delle responsabilità della banca nella vicenda, e di essere ottimisti sui tempi tecnici richiesti dal completamento delle procedure di riparazione di tali criticità. La risoluzione si spera avvenga in breve tempo; fino ad allora permarrà il divieto imposto dalla Procura.

VIAIl Sole 24 Ore
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