Oggi 29 marzo 2019 possiamo finalmente annunciarvi che anche l’operatore internet wireless Linkem ha aggiornato lo schema dei costi di disattivazione della linea, come impone la delibera AGCOM n. 487/18/CONS.
L’Autorità, con questa delibera, ha sancito una maggiore trasparenza degli operatori per i costi da corrispondere in caso di disattivazione e passaggio ad un altro operatore. Scopriamo tutti i dettagli.
Linkem si adegua alla delibera AGCOM per le disattivazioni delle linee
Partiamo dalla delibera di AGCOM, pubblicata nel mese di ottobre, che prevede anche una regolamentazione delle spese di cessazione del contratto. In questo modo va a tutelare gli utenti ed impedire che gli operatori applichino dei costi immotivati per la disdetta. I costi in questione sono standard per tutte le offerte degli operatori di rete fissa, indipendentemente dalla durata del contratto sottoscritto.
La delibera ha stabilito che tutti i costi di recesso devono essere commisurati al valore del contratto e ai costi realmente sostenuti per la dismissione della linea/trasferimento del servizio. I costi di disattivazione sono come anticipato precedentemente, standard, oltre alle penali o costi di recesso previsti dal contratto di ciascun operatore.
Per esempio, Vodafone e Tim hanno stabilito dei costi fissi, mentre Tiscali e Wind Tre hanno deciso di far pagare come costo di disattivazione, l’equivalente di una mensilità di canone dell’offerta attiva. Un operatore che non si è ancora adeguato è Fastweb. Linkem ha deciso di utilizzare lo stesso approccio di Wind Tre, ovvero applicherà il costo più basso tra una mensilità di canone e i costi di disattivazione realmente sostenuti. In caso di apparato interno il costo di disattivazione è di 50 euro, in caso di apparato esterno si alza a 100 euro.