Un dato che emerge da una ricerca presentata durante il MWC 2019 è che l’88% degli operatori telefonici intervistati, i quali prevedono l’implementazione della rete 5G nel biennio 2021-2022, sono altresì per i costi di gestione.
Lo sviluppo della rete 5G comporterà un maggior dispendio di energia, ed è un argomento scottante per i fatturati degli operatori TIM, Wind Tre e Vodafone. La ricerca è stata condotta da Vertiv in collaborazione con la società 451 Research e viene confermato che il 90% degli operatori telefonici battaglierà molto presto per porre un argine ai costi di gestione della rete 5G.
Dunque, se sul piano industriale i dati Vertiv ben si adattano alle considerazioni sui costi energetici quasi raddoppiati entro il 2026, una rete che promette un copertura ovunque potrebbe determinare preoccupazioni di ordine ambientale e sanitario.
Un maggior dispendio di energia produce maggiori scorie dannose, pertanto gli oltre 100 operatori internazionali intervistati da Vertiv ritiene che la tecnologia edge computing sia l’ideale al 5G. Però, occorre testare anche misure per contenere i costi energetici e, tra questi, c’è progetto della stessa società di sondaggi chiamato Energy Savings as a Service.
Si considera poco il potenziale impatto della nuova rete sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Per esteso, quindi, a un aumento dei costi energetici potrà corrispondere un inquinamento ambientale più rilevante. Inoltre si parla poco della pervasiva diffusione delle onde elettromagnetiche sopra le teste dei cittadini. Tuttavia salute e ambiente non compaiono nell’agenda degli operatori TIM, Wind Tre e Vodafone, coinvolti come sono nell’investimento di enormi capitali sul 5G e in attesa di profitti molto elevati sul lato economico.