L’arrivo della nuova tecnologia 5G è previsto per l’inizio del 2020, ma già in questi mesi è tutto un fermento di anticipazioni e rumours che potrebbero anche solo lontanamente riguardare la nuova connessione veloce.
Guardando a quanto si mostrano ottimisti i vertici degli operatori telefonici, che ritengono si completerà entro il 2022 l’intera copertura della rete 5G e la connessione della maggior parte dei dispositivi elettronici, verrebbe da chiedersi se forse non si stia facendo troppo parlare sulla base di poche certezze, fino ad ora.
In realtà, i dati ci vengono incontro nell’analisi delle tendenze che si vedranno svilupparsi nei prossimi mesi, anche a livello dei ricavi che, giustamente, chi ha investito tanta parte dei propri fondi nel 5G vorrebbe veder tornare nelle proprie tasche.
I dati attuali e le previsioni per il futuro
Si prenda il caso di Tim e Vodafone: ciascuna delle due aziende ha investito ben 2,3 miliardi nell’asta per accaparrarsi le frequenze per il 5G, e dopo il grosso ammanco di utili causato dall’arrivo di Iliad, nessuna delle due, come anche Wind-Tre, vorrebbe rinunciare alla fetta più grande della torta.
Per questa serie di motivi, i prezzi per poter usufruire della nuova connessione lieviteranno parecchio rispetto agli attuali, nonché rispetto ai prezzi di lancio delle offerte per l’allora nuovo 4G.
La media di prezzo, quindi, potrebbe attestarsi attorno alle 40-50 euro mensili. Sicuramente non si scenderà al di sotto delle 30 euro, altrimenti il ricavo per le aziende sarebbe insufficiente.
La necessità di generare più introiti, di mantenersi in linea con gli standard di prezzo mondiali e di rifiatare dopo un periodo di grande tribolazione, a causa dell’abbassamento repentino dell’indice ARPU, determinerà un aumento dei costi per i bundle sulla nuova tecnologia. Che se seguiranno l’esempio di molte promozioni attuali, non avranno nulla a che vedere con l’all-inclusive.