L’avvento delle reti di quinta generazione preoccupa la scienza. Sono molti, infatti, gli scienziati che hanno chiesto ai Governi di tutto il mondo di fermare l’implementazione del 5G, o quanto meno di sospenderla in attesa di studi più approfonditi sugli effetti che questo nuovo standard di rete provocherebbe sull’ambiente e sull’uomo.
Secondo molti scienziati indipendenti – ovvero non legati a lobby o a corporazioni – che hanno studiato sul campo gli effetti biologici e sanitari dei campi elettromagnetico, l’intensità e la pervasività del segnale della rete 5G mette in gioco “il futuro della razza umana”. A sostenerlo è anche il dott. Martin Pall, biochimico nonché uno dei massimi esperti su tale argomento: le sue ricerche si sono infatti perlopiù concentrate sugli effetti biologici che derivano dalle radiazioni elettromagnetiche.
5G: secondo la scienza le reti di quinta generazione possono portare all’estinzione dell’umanità in pochi anni
Secondo il dott. Pall,
“Se le reti 5G dovessero essere realizzate esattamente così come sono state concepite dalle lobby e dalle compagnie telefoniche, potrebbe esserci l’estinzione dell’umanità nel giro di 5 o 7 anni dal suo lancio“.
Questo perché, stando sempre a quanto dichiarato da Pall, le radiazioni emesse dalle reti 5G modificheranno i genomi umani, e nel giro di pochi anni l’umanità perderà la propria capacità di riprodursi. Come osserva Pall, infatti, i campi elettromagnetici provocano una riduzione della fertilità sia maschile che femminile, e una tecnologia così invasiva come quella del 5G potrebbe seriamente porre l’uomo di fronte ad un “declino irreversibile della riproduzione”.
“Il danno al DNA che viene prodotto dai campi elettromagnetici si verifica anche nello sperma umano e potrebbe verificarsi anche negli ovuli umani, portando a un notevole aumento delle mutazioni in tutti i nascituri. Riteniamo che l’aumento della frequenza di mutazione di 2,5-3 volte porterà all’estinzione a causa dell’accumulo di un gran numero di mutazioni dannose”.
A determinare la pericolosità delle reti 5G, come lo stesso Pall ha sottolineato in una intervista rilasciata a Russia Today, non sarebbe tanto l’intensità delle radiazioni (maggiore rispetto alle generazioni precedenti 3G, 3G e 4G), ma le frequenze utilizzate, che corrispondono in gran parte alle onde millimetriche, la stessa regione utilizzata dai radar, e il livello degli impulsi. Secondo Pall, infatti, i campi elettromagnetici a impulsi sono biologicamente molto più attivi e dunque pericolosi rispetto quelli non a impulsi.
Per chi volesse saperne di più, segnaliamo che Martin Pall ha affrontato il tema degli effetti del 5G in un documento reso disponibile gratuitamente e scaricabile da chiunque (clicca qui per il download).