I servizi di Menlo Park tornano ad essere in down dopo il medesimo disservizio riscontrato giusto un mese fa, che coinvolgeva allo stesso modo i tre social Facebook, WhatsApp e Instagram.
La fase di down ha coinvolto gran parte dell’Europa a partire dalle ore 12 circa fino alle ore 15, momento in cui molti utenti hanno segnalato una lenta ripresa dei servizi. Il tipo di disagi riscontrato è stato eterogeneo: da chi non poteva neppure connettersi alle piattaforme, a chi, pur connettendosi, non poteva inviare media o aggiornare la home.
Mentre nel precedente episodio il problema più inflazionato riguardava proprio la possibilità di spedire immagini, video e audio tramite le chat associate ai servizi in questione, il down che ha interessato i tre servizi nella giornata di ieri è stato più totalizzante, benché più breve
.Data l’estrema contiguità tra i due episodi (di solito capita un paio di volte l’anno al massimo, e non certo nel giro di un solo mese), risulta quasi spontaneo chiedersi a cosa siano dovuti questi disservizi e come poterli aggirare.
Gli sviluppatori non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle motivazioni di questi down, forse per non scoprire le proprie carte in un momento delicato. Nella scorsa circostanza, però, avevano esplicitamente scritto che si trattava di un cambio di configurazione nei server. Secondo i più esperti, questa spiegazione era molto ambigua, e pertanto avevano ipotizzato piuttosto un instradamento del traffico internet dovuto ad un errore di scrittura nel codice che fa capo al protocollo di routing BGP.
Potrebbe trattarsi dello stesso problema, ripresentatosi a breve distanza di tempo, come anche una conseguenza dei lavori che consentiranno alle tre piattaforme di essere integrate, permettendo così di accedere alle varie chat anche da una sola interfaccia.
Di certo non si tratta di una buona vetrina per i colossi social, tenendo conto che, facendo qualche breve calcolo, si può stimare in termini monetari quanto denaro perda il gigante blu per ogni ora di blackout dei propri servizi. Senza contare poi il numero di utenti che, stufi di questi disagi, hanno deciso di passare a Telegram.
Non sappiamo se i dirigenti si esprimeranno in merito in maniera ufficiale: restiamo comunque in attesa di aggiornamenti che avallino o smentiscano queste ipotesi.