Lo scorso 10 marzo, il volo 302 della Ethiopian Airlines si è schiantato causando la morte di 157 persone. A causare l’incidente, secondo quanto emerso da alcune indagini, sarebbe stato un difetto del software di correzione dell’assetto di volo, escludendo dunque l’ipotesi dell’errore umano.
Anzi. I piloti avrebbero eseguito più volte le procedure necessarie per disattivare il sistema automatico, il Maneuvering Characteristics Augmentation System (o MCAS), prima dell’incidente. Dagmawit Moges, la ministra dei Trasporti etiope, ha riferito che l’intero equipaggio a bordo del Boeing 737 Max 8 avrebbe eseguito tali procedure, ma che nonostante le qualifiche e le licenze, nonostante gli sforzi compiuti, i piloti non sono purtroppo riusciti a riprendere il controllo dell’aereo.
Boeing 737: cosa sappiamo sull’incidente aereo dello scorso 10 marzo
Il volo 302 della Ethiopian Airlines aveva raggiunto una velocità inusualmente elevata subito dopo il decollo, prima che il pilota chiedesse il permesso di prendere quota rapidamente. Gli esperti di aviazione hanno spiegato che ciò avverrebbe quando i piloti incontrano problemi, e che un’operazione del genere permetterebbe loro di guadagnare margine di manovra. L’aereo è poi scomparso dal radar subito dopo aver iniziato la manovra per tornare verso lo scalo della capitale etiope. Poi il disastro.
Al momento, gli inquirenti etiopi stanno cercando di capire se ci sono delle analogie tra l’incidente aereo del 10 marzo e quello avvenuto lo scorso 29 ottobre in Indonesia, altro incidente che ha coinvolto un Boeing 737 Max 8. Anche in quel caso, infatti, secondo le indagini il pilota aveva tentato di salvare l’aereo, ma il software di bordo gli avrebbe impedito di riprenderne il controllo.
Dopo l’incidente, gran parte delle autorità aeronautiche di tutto il mondo ha deciso di sospendere i voli del Boeing 737 Max 8.