L’astronomia è una scienza che si è evoluta dai fenomeni direttamente osservabili al telescopio fino ai modelli matematici di “ciò che dovrebbe essere” nello spazio cosmico che ci circonda. Per questo, l’evento rappresentato dalla “prima foto” di un buco nero è uno di quei giorni da ricordare. Il perché risiede nel fatto che abbiamo finalmente una prova tangibile di un black hole, quindi non una vera foto, e perché la teoria della Relatività Generale di Einstein trova maggiori conferme.
Il risultato dell’immagine in calce è il frutto infatti di una complessa elaborazione di svariati Terabyte di dati provenienti da tutti i telescopi sincronizzati tramite GPS per il progetto Event Horizon.
Precisamente stiamo parlando del buco nero al centro della galassia M87, distante da noi ben 55 milioni di anni luce. La singolarità predetta da Einstein ha un diametro di 38 mila miliardi di chilometri, e ha una massa pari a 6,5 miliardi di masse solari.
“Quella che abbiamo visto è l’ombra di un buco nero“, ha detto all’ANSA Luciano Rezzolla
, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte e membro del comitato scientifico della collaborazione EHT (Event Horizon Telescope).Il motivo per cui non è stato preso in considerazione il centro della Via Lattea occupato dal buco nero super massiccio Sagittarius A Star è di natura prettamente pratica. Il nostro centro, infatti, si muove molto e non è facile elaborare un’immagine significativa. Eppure Sgr A* dista solo 26 mila anni luce e non 55 milioni.
A livello tecnico, i black hole di M87 ha richiesto ai tecnici di tutto il mondo d’immagazzinare ed elaborare la bellezza di 6 metri cubi di hard disk di dati provenienti dai telescopi. Il risultato è il disco di accrescimento di gas colorati al computer con al centro quel buco da cui non esce più nulla.
Non mancano i detrattori di questa scoperta nella comunità scientifica, con in testa il noto fisico Antonio Zichichi che, intervenuto a Radio2, ha bollato la foto del buco nero come non così significativa, alla luce delle altre scoperte che ci attendono.