Da qualche giorno è ufficiale la notizia che il Boeing 737 Max della Ethiopian Airlines schiantatosi con a bordo 157 persone è stato vittima di un difetto del software del computer di bordo. Non fu un errore umano, secondo quanto emerso da alcune indagini, ma è stata colpa del programma di correzione automatica dell’assetto di volo che ha smesso di funzionare correttamente.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli stessi piloti avrebbero eseguito più volte le procedure di emergenza per disattivare il sistema automatico in questione, chiamato Maneuvering Characteristics Augmentation System (MCAS). Fatto confermato anche dal ministro dei trasporti etiope Dagmawit Moges, riferendo inoltre che, nonostante tutte le qualifiche e le licenze di volo del personale e gli sforzi compiuti, lo schianto è stato inevitabile.
Quel maledetto giorno di marzo, il volo della Ethiopian Airlines era decollato a una velocità inusualmente elevata,
tanto che il pilota stesso aveva chiesto di prendere quota rapidamente rispetto alla procedura standard. Secondo gli esperti di aviazione, il pilota ha agito in tal senso perché ha incontrato dei problemi e voleva margine di manovra per riatterrare subito. Purtroppo non c’è stato il tempo.Mentre la Boeing è al centro della bufera per i suoi modelli, con un commento tra il serio e il faceto del presidente USA Trump circa un cambio di nome della serie 737, gli inquirenti etiopi stanno cercando di capire se ci sono delle analogie con gli altri incidenti. Nel caso di quanto avvenuto in Indonesia, il software di bordo avrebbe impedito ancora una volta al pilota di riprendere il controllo.