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Facebook accusato di utilizzare i dati degli utenti come moneta di scambio

Il social network Facebook sembra essere di nuovo nei guai, questa volta è accusato di aver utilizzato i dati dei propri utenti come moneta di scambio. Tale rivelazione è contenuta in 4000 pagine, passate da una fonte anonima al giornalista Duncan Campbell.

Il social network ha subito risposto che si tratta di una storia vecchia e che quei documenti sarebbero di parte. Noi, come ogni volta, vogliamo vederci chiaro e di conseguenza abbiamo provato ad indagare.

 

Facebook accusato di utilizzare inappropriatamente i dati degli utenti

Secondo la rete televisiva americana NBC News, la piattaforma guidata da Mark Zuckerberg avrebbe utilizzato i dati dei propri utenti come moneta di scambio. I documenti di cui abbiamo parlato prima, conterrebbero mail, chat, presentazioni, fogli di calcolo e verbali di riunioni che dimostrerebbero la tesi di questa persona anonima che li ha girati al giornalista inglese.

Le informazioni in questione dimostrerebbero che la piattaforma, tra il 2011 e il 2015 ha consolidato la propria posizione e tenuto a distanza la concorrenza

, offrendo loro come merce di scambio, i dati dei propri utenti, inclusa la rete di amicizie, foto e relazioni. Lo stesso fatto sarebbe accaduto anche con Amazon, alla quale Facebook avrebbe ceduto l’accesso di queste informazioni ai tempi della partnership per lo smartphone fire lanciato nel 2014.

Secondo Facebook, che ha subito risposto alle accuse, questa sarebbe una vecchia storia, frutto della battaglia legale con Six4Three, la software house dietro l’app Pikinis. Ecco le parole di Paul Grewal, vicepresidente della piattaforma: “L’insieme di documenti racconta solo un lato della storia e omette un contesto importante. Stiamo parlando ancora delle modifiche apportate alla piattaforma nel 2014/2015 per impedire alle persone di condividere le informazioni dei propri amici con sviluppatori come Pikinis. I documenti sono stati filtrati in modo selettivo delle discussioni interne su Facebook al momento dei cambiamenti. Ma i fatti sono chiari: non abbiamo mai venduto i dati delle persone“.

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Pubblicato da
Veronica Boschi