Non tutti sono a conoscenza del fatto che il telefono collegato alla presa di corrente consuma una certa quantità di energia anche con indicatore al 100%. Per mantenere livellato il valore di carica viene chiamato in causa il circuito elettrico della nostra abitazione o del nostro ufficio.
Tale consumo viene tariffato in bolletta con preziosi centesimi che si accumulano giorno dopo giorno sul conto della componente elettrica. Il problema è sostanzialmente di natura economica, oltre che di sicurezza. La carica produce calore e quindi un’usura prematura del caricabatteria.
In Italia il consumo medio di un KiloWatt
per ora varia sulla base della tariffazione imposta dal gestore del servizio e dal contratto stipulato, eventualmente suddiviso per fascia oraria. Il costo unico della tariffa luce ammonta a 0,05090 euro/kWh. In bi-oraria il costo oscilla da 0,05475 euro/kWh in Fascia F1 a 0,04908 euro/kWh in Fascia F2 e F3, in riferimento alla componente primaria dell’energia.Numeri alla mano possiamo affermare che lasciando in carica tutti i nostri dispositivi a tempo inoltrato andiamo a pagare decine di euro in più ogni anno. Le statistiche fornite da We Are Social confermano oltre 49 milioni di smartphone regolarmente attivi. Traslando la situazione sul piano complessivo è facile capire l’ammontare del risparmio energetico al netto. A quanto corrisponde? Ben 10 milioni di euro all’anno. Un dato che fa riflettere. Occorre rimodulare alcune nostre pessime abitudini, per quanto sia difficile abbandonarle.
Tu come ti comporti in questo senso? Lasciaci pure le tue considerazioni al riguardo.