La conferma dello spiacevole accaduto è arrivata durante un tranquillo aggiornamento di un precedente post sul blog dell’azienda. Ossia, nel momento esatto in cui il procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, era ad una conferenza stampa per il rapporto di Mueller. Nell’aggiornamento, Facebook ha rivelato di aver trovato un bug sulla privacy. Tale bug ha reso vulnerabili le password degli utenti, permettendo la lettura di quest’ultime.
La modifica del post risale per l’esattezza alle 10 di mattina. L’evento ha dato il via a una giornata di intenso interesse per i risultati del rapporto Mueller e i collegamenti di Donald Trump con la Russia, rilasciato poco dopo. Il tempismo ha dimostrato che la notizia relativa a Facebook ha avuto meno riscontro del previsto in seguito alle recenti vicende politiche.
La società aveva rivelato che alcune password erano già disponibili da un po’ in formato testo, consentendo ai dipendenti di cercarle. Ma all’epoca Facebook dichiarò che solo decine di migliaia di persone erano vittime dell’accaduto, senza divulgare ulteriori informazioni. L’azienda ha promesso che informerà i milioni di utenti coinvolti nell’attacco, secondo le medesime dichiarazioni. Infatti, l’azienda ha rivendicato l’indagine “stabilendo che queste password memorizzate non sono state usate impropriamente“.
A marzo, quando è stato reso noto per la prima volta l’insuccesso del tentativo di mantenere la privacy dell’utenza, il problema ha colpito “centinaia di milioni” di utenti di Facebook Lite e milioni di utenti Facebook. Per chi non lo sapesse, Facebook Lite è progettato per persone con telefoni più vecchi o connessioni Internet lente.