La rivoluzione 5G è alle porte, e con lei tutto il seguito di ambiti della vita quotidiana che cambieranno radicalmente con l'”update” alla nuova connessione.
Moltissime attività umane saranno intrise dello spirito 5G, dall’IoT alle smart cities. Ma per sostenere una rivoluzione di tali proporzioni, è anche necessario contare su un’ingente base infrastrutturale – messa a punto dalle compagnie telefoniche – e disponibile per la connessione probabilmente dall’inizio del 2020.
Ma in tutto questo fermento, cosa ne sarà della nostra specie? Riusciremo a risolvere in autonomia il gap tra il progresso tecnologico ideale e quello reale? Secondo alcuni scienziati, non saremo capaci di rispondere a questi quesiti, perché molto prima di poterlo fare condanneremo la nostra specie all’estinzione.
Secondo il ricercatore Martin Pall, consentendo lo sbarco definitivo del 5G si sta spianando la strada all’estinzione della nostra specie.
Le parole dure pronunciate da Pall accusano le aziende di non aver mai svolto seri test biologici sull’organismo umano, per verificare la responsività dell’organismo a questo genere di radiazione. Insieme a lui, una nutrita schiera di scienziati e scienziate di tutto il mondo si attesta sulle medesime posizioni, producendo un grido finora rimasto, a quanto pare, inascoltato.
Sembra che il problema principale corrisponda ai danni che le radiazioni provenienti dal 5G potrebbero causare sulle cellule del nostro organismo. Ogni smartphone ha un proprio SAR, che per legge deve mantenersi sotto una soglia limite, ma nel caso del 5G questi parametri andrebbero rivisti in funzione della nuova situazione.
Il rischio principale, ossia il vero motivo per cui la specie potrebbe estinguersi, sta nell’ondata di infertilità che, secondo questi scienziati, investirà molta parte delle nuove generazioni. Le radiazioni del 5G modificheranno la struttura del genoma, creandovi all’interno sequenze sbagliate che determinerebbero l’impossibilità di produrre cellule sessuali (ovuli e spermatozoi) pienamente funzionanti. Dal momento che si gioca su un equilibrio già di per sé molto labile, il rischio diverrebbe estremamente concreto, se questo scenario dovesse verificarsi.
Ecco perché i sostenitori di un approccio più moderato alla nuova tecnologia sostengono che sia meglio aspettare di comprenderne bene gli effetti. Solo dopo, eventualmente, si potrà rendere la connessione disponibile alla fruizione del grande pubblico.
Dopo la segnalazione del sito Butac (che ringraziamo) abbiamo effettuato un’indagine sul caso e lo stesso scienziato Martin Pall e abbiamo scoperto che lo stesso è molto criticato in ambito scientifico e che i suoi studi non possono risultare attendibili.
Approfondendo l’argomento abbiamo scoperto che il 5G non è rischioso per la salute dell’uomo visto che lo stesso è stato oggetto di migliaia di studi, che nel complesso non hanno trovato un rischio relativo all’esposizione di onde radio dovuta a ripetitori proprio come si può leggere nell’articolo di Query Online.
Quindi si può confermare che il 5G non porterà all’estinzione dell’uomo e anzi migliorerà la nostra vita permettendo di rimanere interconnessi.