Molti mariti o mogli sospettose si lasciano spesso tentare di spiare il cellulare del proprio partner, attraverso strumenti installati nello smartphone. Quello che però si sottovaluta in questo caso è la reazione del partner alla scoperta che un software in grado di spiare telefonate, chat e la sua posizione.
Una ipotesi del genere è finita in tribunale, laddove un marito aveva installato uno spy-software sul dispositivo della moglie per procurarsi le prove del tradimento. Quando la donna è andata a denunciarlo ai carabinieri, il marito è probabile non si aspettasse di venire condannato per violazione della privacy.
Spiare il cellulare del coniuge può costarvi il carcere fino a 4 anni
È chiaro che, se il vostro partner lascia incustodito lo smartphone e voi sbirciate qualcosa d’interessante, non è reato. Ma chi spia il coniuge con degli strumenti specifici è da considerarsi reato. Installare un software spia nello smartphone altrui, chiunque questi sia, costituisce un illecito penale e, in particolare, il reato di interferenze illecite nella vita privata altrui: un reato che vale una condanna da 6 mesi a 4 anni.
Secondo la sentenza della Cassazione, che ricordiamo è uno dei pochi strumenti in Italia che ha valore legislativo, il reato scatta sempre e comunque. Anche se la vittima viene informata della presenza dello spy-software sul proprio dispositivo e continui a usarlo, il mandante è punibile con la legge.
In conclusione, già solo installare sul telefonino della consorte uno strumento di spionaggio, che possa intercettare tutto il traffico voce in entrata e uscita nonché visualizzare chat e posizione GPS, vale una condanna in tribunale.