Da qualche anno la produzione di fibre tessili a partire da materie organiche sta guadagnando sempre più spazio sui rotocalchi e negli eventi dedicati alla moda alternativa. Produrre tessuti da scarti di origine vegetale è una realtà consolidata, ma quello che in tanti non sanno è che le fibre ricavate possono essere di altissima qualità, totalmente naturali e amiche dell’ambiente. Oltre alla famosa canapa usata già da Henry Ford (ne ricavò la plastica per costruire un auto nel ’37!), dalla lavorazione degli scarti di arance, ananas, banane, ortiche, alghe etc. si possono ottenere tessuti, mentre il leit motiv è una produzione industriale che sia sostenibile e amica di un pianeta sempre più in sofferenza.
Un articolo apparso sul The Guardian racconta l’esperienza di alcuni pionieri nel settore del fashion alternativo già nel 2015, in cui si denunciava che il filato di cotone comportasse troppo lavoro, l’uso di sostanze chimiche e un consumo eccessivo di acqua. Nel frattempo, le fibre alternative su base vegetale erano già argomento di discussione di una ricerca del 2006, dove si concluse che con 37 kg di scarto di banane si poteva ottenere un chilo di fibra tessile. Sul Guardian si raccontava proprio la storia di Charlie Rosse della sua Offset Warehouse, che in Nepal produce banane e dagli scarti ne ricava giacche, pantaloni e gonne. Anche il mondo latino ha la sua punta di diamante in Ananas Anam, la società di Carmen Hijosa che ha brevettato una fibra tessile dalle foglie d’ananas.
Il caso italiano Orange Fiber apprezzato da Ferragamo e H&M
Veniamo dunque al famoso caso tutto italiano di Orange Fiber, un esempio virtuoso condensato in una start up che è entrata in crowdfunding proprio in questi giorni. L’azienda di base a Catania è nata dall’idea di Adriana Santanocito ed Enrica Arena, i quali hanno brevettato una fibra tessile di alta qualità ricavata dalle bucce d’arancia con cui realizzare abiti che rilascino addirittura i loro principi attivi sulla pelle.
Dopo aver aperto il primo impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi nel 2015, aver conquistato la maison Salvatore Ferragamo (con cui ha lanciato una collezione nel 2017) e il colosso della moda H&M, l’azienda si trova a un punto di svolta. Per diventare una vera realtà imprenditoriale di filati e tessuti di qualità a livello internazionale, c’è bisogno di un aumento di capitale. Per questo Orange Fiber è approdata all’equity crowdfunding per raggiungere i suoi obiettivi e far entrare nuovi soci in un modello collaudato di economia circolare.
D’altronde alle due manager siciliane non manca la materia prima, poiché la loro regione produce il 25% delle arance nazionali e scarta oltre 700.000 le tonnellate di sottoprodotti utili a diventare un tessuto di alta qualità.
Per maggiori informazioni, la campagna di equity crowdfunding si trova sulla piattaforma CrowdFundMe e dura 60 giorni. L’obiettivo minimo di 250mila euro è destinato alla realizzazione di un impianto capace di estrarre 30 tonnellate di cellulosa l’anno.