La piattaforma di e-commerce Amazon, dispone di un sistema automatico, un software che è in grado di tracciare i dipendenti ed indicare chi tra di loro è al di sotto degli standard di produttività.
In questo modo, grazie all’algoritmo, l’azienda è in grado di sapere quali dipendenti non sono produttivi, e di conseguenza licenziarli. Si tratta purtroppo, di una triste verità che è già costata il posto di lavoro a migliaia di dipendenti.
Amazon licenzia con l’aiuto di un algoritmo
Si tratta dell’ennesima denuncia, rivolta alla piattaforma guidata da Jeff Bezos, e nel mirino ci sono sempre le condizioni in cui vengono trattati i suoi dipendenti. Secondo quanto riportato da una precedente inchiesta infatti, ci sono turni anche di 10 ore consecutive e un tempo massimo di 30 secondi per impacchettare una spedizione.
Ogni spostamento del dipendente è controllato dalle telecamere. Ora si è anche scoperto che questo sistema di controllo è anche in grado di misurare i livelli di produttività di un dipendente. Se un dipendente non arriva al livello di produttività fissato come minimo, verrà licenziato dall’azienda. In uno stabilimento in USA, tra l’agosto 2017 e il settembre 2018 sono stati licenziati ben 300 dipendenti per questo motivo.
Non sembra trattarsi di un caso, ma una prassi denunciata sul giornale The Verge, quest’ultimo ha anche pubblicato una lettera, scritta da un avvocato dell’azienda ad un dipendente licenziato per questo motivo. Il motivo in questione, sembra essere uno trai più utilizzati dall’azienda per lasciare a casa un proprio dipendente.