Sembra proprio che il 5G non basta al pieno sviluppo delle intelligenze artificiali, nonostante una super velocità a bassissime latenze. Per questo gli esperti auspicano un ricorso al 6G in tempi brevi.
L’allarme è stato lanciato da un team di ricercatori dell’Università di Brema, i quali hanno messo a nudo i limiti del 5G proprio in relazione alle intelligenze artificiali. Per abilitare le più avanzate applicazioni del macchine learning delle AI serve la rete 6G, che porterà le velocità di connessione a un livello che per ora fatichiamo a immaginare.
Le attuali reti 5G che devono ancora arrivare a livello consumer arrivano a una velocità di 600 Mbs, con margini di miglioramento vicini al Gigabit. Le antenne hanno il vantaggio di poter gestire fino a un milione di connessioni contemporaneamente a latenza bassissima. Quindi il 5G è la tecnologia perfetta per gli oggetti connessi dell’Internet of things, oltre a poter pilotare droni, implementare sistemi di guida autonomi ed eseguire interventi chirurgici in remoto.
Ma quando si passa a macchine e sistemi intelligenti, capaci di apprendere da soli, eseguire compiti complessi e unirsi in reti collaborative, per il team di Brema il 5G non basta più. La velocità del 6G sarà fotonica, ovvero vicina a 1 Terabit al secondo.
A confronto del 5G, la rete 6G sarà davvero il futuro che ci aspettiamo poiché le macchine avranno la capacità di agire e reagire in modo istantaneo eseguendo un numero di calcoli enorme in pochissimo tempo. Si potranno anche risolvere enormi volumi di dati a latenza ridicola. Le auto autonome, il monitoraggio dei mercati finanziari, l’ottimizzazione delle prestazioni sanitarie e il “nowcasting”, ovvero la possibilità di prevedere eventi o reagire appena si verificano, sono il pane del 6G.
Sembra che la Cina abbia già in programma di iniziare a lavorare sul 6G nel 2020. Su Xin, leader del team di lavoro 5G del ministero cinese dell’Industria e dell’Informatica, prevede che la data di lancio commerciale sarà il 2030.