L’irrefrenabile voglia di spiare il proprio partner, o il dipendente, su Whatsapp con strumenti idonei alla cattura delle conversazioni e dei messaggi non smette di placarsi. Lo dimostrano le sempre più frequenti ricerche online di software spioni da parte degli utenti.
Alcune sentenze in tribunale, e di conseguenza titoloni di giornali, tengono alta l’attenzione sulla nostra preziosa riservatezza, ma in pochi sono disposti a rinunciare alla curiosità o al semplice voyeurismo, anche quando minacciati da pericoli maggiori di un reato penale.
Bisogna considerare infatti che gli stessi software reperibili sul web promettono i migliori risultati di spionaggio, nascondendo la verità del loro reale obiettivo. Spesso, infatti, non appena scaricato e avviato il programma sul pc o sullo smartphone, da spioni si diventa vittime di hacker che hanno teso la trappola apposta per voi.
Il vostro device diviene la porta di accesso ai criminali che raccolgono informazioni e segreti da tanti di voi che speravano di esser loro a saccheggiare dialoghi e relazioni altrui.
WhatsApp: a spiare si rischiano 4 anni di carcere
Dal danno, poi, alla beffa. Ricordate di tenere ben stretto il vostro telefono, perché se lo perdete e viene recapitato alla polizia che lo esamina per risalire al povero proprietario, potreste incorrere in guai penali seri.
Come previsto dall’articolo 615 quater o dal 617 bis del Codice Penale, la sola disponibilità ad accedere illegalmente ad altri sistemi digitali viene punita con un anno di carcere, mentre l’installazione di tali strumenti per intercettare le comunicazioni può costare fino a quattro anni di reclusione.
Infine, se sul vostro smartphone viene rinvenuto materiale già trafugato dalle vostre vittime, che siano foto o testi di conversazioni, si profila la sussistenza dell’articolo 617 quater, che punisce l’intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Insomma sareste nei guai fino al collo, meglio se ci pensate due volte prima di cercare software per spiare tramite Whatsapp.