Da ora è legge, sia in Inghilterra che in Galles, il decreto approvato lo scorso anno dalla Camera dei Comuni che identifica la pratica dell’upskirting come reato penale, al pari di qualunque abuso sessuale e di quanto già previsto in Scozia e Irlanda del nord. Per chi non conoscesse il termine, upskirting è la pratica di realizzare di nascosto fotografie o filmati sotto i vestiti delle donne, generalmente con un telefonino.
La conversione in legge è una vittoria frutto di una campagna promossa da numerose vittime e fatta propria dalle deputate bipartisan nel Regno Unito. La prima vittima a lanciare la campagna contro l’upskirting è stata la giovane Gina Martin, dopo aver subito tale abuso durante un festival musicale in Hyde Park, Londra.
Due anni di carcere per chi pratica upskirting a donne inconsapevoli
#Upskirting is now a crime! It's been just over a year since I tabled my bill to bring about this change…one step towards enshrining women's autonomy over their own bodies in to law. Positive change in politics. https://t.co/PPw6eOxpxe
— Wera Hobhouse MP ? (@Wera_Hobhouse) April 12, 2019
Pertanto, dal 12 aprile 2019 la pratica del filmare o fotografare le sottovesti delle donne con uno smartphone è diventata reato. Un crimine punito con una pena detentiva fino a due anni (ma se fossimo In Italia sarebbe condonata, NdR). In Inghilterra e Galles, invece, i trasgressori possono finire in carcere per un’azione percepita dagli uomini come una bravata piuttosto che un problema sociale serio.
Al contrario, i dati raccolti dalla Associated Press inglese ci rivelano un quadro tutt’altro che goliardico, dato che lo scorso anno i casi di upskirting hanno colpito donne, ma anche bambine, di età compresa fra i sette e i 70 anni. I luoghi prescelti dai molestatori sono soprattutto i negozi, forse perché le vittime si distraggono più facilmente.