L’uso dell’intelligenza artificiale nelle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo trova sempre più consenso tra i cittadini. È la risultanza di un’indagine condotta dalla Boston Consulting Group, la quale però mostra un’atteggiamento preoccupato degli stessi sostenitori delle AI riguardo le conseguenze dell’utilizzo di queste tecnologie in campi dove non ci possono essere giudizi netti.
Quando si prendono in esame le decisioni affidate ai computer riguardo implicazioni etiche, infatti il giudizio favorevole muta drasticamente. I servizi sociali come il diritto d’asilo, l’accesso a programmi di welfare o scelte nel campo giudiziario sono considerate dall’utenza un terreno troppo difficile e pieno di sfumature che un’intelligenza artificiale non può leggere.
Intelligenza artificiale: il lato umano vale più di un algoritmo
Anche nei Paesi con le economie emergenti, risultati quelli più interessati all’uso di dell’AI nei gangli dei Governi, desta preoccupazione un’utilizzo dell’intelligenza artificiale in alcuni campi sociali. Ci sono aspetti della mente umana che sono ancora insondabili dalle AI, soprattutto quando si deve decidere sulle politiche di accesso al lavoro, o nelle questioni etiche in campo medico ancora non risolte dalla comunità internazionale.
Gli stessi uffici della Pubblica Amministrazione, dove si riscuote i più alto livello di consenso nell’uso delle AI, offrono comunque spunto sulla valutazione del metro di giudizio del computer. I cittadini pretendono che ci sia più trasparenza e affidabilità per strumenti non più controllati da mani umane.
Dunque, questi punti, insieme a lavoro e questioni etiche sono quelli che creano più dubbi tra i cittadini. Persone comuni che chiedono ai loro Governi d’intervenire in merito il prima possibile, altrimenti l’impatto dell’AI sulla vita delle persone non potrà essere misurato con certezza. Solo con soluzioni condivise tra istituzioni e cittadini si potrebbe costruire quel rapporto di fiducia necessario all’uso a lungo termine della intelligenza artificiale in tutti gli aspetti del nostro quotidiano.
Abbiamo paura, in fondo, e non siamo ancora pronti ad affidarci alle macchine pensanti.