Altroconsumo ha scritto oggi all’AGCOM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per segnalare che i termini e le condizioni contrattuali abusivi applicati da Alibaba sulla piattaforma proprietaria AliExpress devono essere rimossi. Il motivo è presto detto: diverse clausole sono contrarie a quanto previsto dalla normativa europea.
Presenti all’interno del “Transaction Services Agreement”, in calce alla home page del sito della piattaforma, le condizioni violano anche il Codice del Consumo. L’azione di denuncia è condotta contemporaneamente da sei Organizzazioni del network Beuc (Bureau Européen des Unions des Consommateurs) in Europa.
L’Union Luxembourgeoise des Consommateurs era stata la prima a sporgere denuncia all’inizio di quest’anno e ora seguono Altroconsumo per l’Italia, Consumentenbond per l’Olanda, DECO per il Portogallo, OCU per la Spagna, Test Achats / Test Aankoop per il Belgio e l’UFC-Que Choisir per la Francia. E la Germania sembra pronta ad aggiungersi.
Alibaba, colosso cinese dell’e-commerce specializzato in retail, tecnologia e cloud computing, offre articoli che vanno dall’abbigliamento e prodotti di bellezza ai prodotti elettronici su AliExpress, in aperta competizione con Amazon il più grande rivenditore online al mondo.
AliExpress, disponibile in olandese, francese, tedesco, italiano, polacco, portoghese e spagnolo, ha una portata potenziale di coinvolgimento di 330 milioni di persone nell’UE. E in quanto tale, deve adattarsi alle condizioni europee. Tra le diverse clausole segnalate all’AGCM c’è la procedura di liquidazione utilizzata in caso di controversia.
AliExpress e Alibaba, le principali clausole contestate
In questo caso specifico vi è l’assegnazione al tribunale arbitrale di Hong Kong per la soluzione delle controversie. Clausola in violazione del diritto dell’UE per il quale i consumatori devono poter intraprendere azioni legali davanti a un tribunale nel proprio Paese.
Altro termine abusivo: il divieto ai consumatori di restituire un prodotto entro 14 giorni senza giustificazione, diritto da tempo sancito in tutta l’UE. Inoltre non esiste un chiaro riferimento a un periodo minimo di garanzia di due anni che dovrebbe essere comunicato ai consumatori.
Considerato anche termini e condizioni non sono sempre forniti nella lingua nazionale ma solo in inglese e in molti casi con una traduzione approssimativa.