Si sente parlare sempre più spesso della profezia di Ezechiele sulla fine del mondo. La teoria del profeta è contenuta all’interno della Genesi.
Il fotografo Noam Bedein avrebbe immortalato dei pesci vivi nuotare all’interno del Mar Morto. Questa scoperta appare evidente come sia una conferma di quanto affermi Ezechiele nel Libro della Bibbia.
Le fotografie arrivano come un fulmine a ciel sereno. Il fotoreporter israeliano studiava da anni l’andamento del Mar Morto e pochi mesi fa la scoperta ha sconvolto il mondo e le comunità religiose.
E’ la scoperta più clamorosa del secolo, considerando che già nel 2011 i primi segnali di cambiamento avevano portato al ritrovamento di batteri estremofili all’interno del lago salato più famoso del mondo.
Appare quindi sconvolgente che forme di vita come pesci e vegetali si siano adattate in condizioni avverse come quelle in cui versa il bacino del Mar Morto, con una salinità superiore al 37%. Ma dov’è quindi la correlazione tra il ritrovamento dei pesci vivi nel mar morto e la profezia di Ezechiele?
Nel Libro della Genesi viene menzionata la regione del Mar Morto, descritta come un territorio florido e pieno di forme di vita. Guardando oggi però la località, sembra quasi impossibile immaginarselo così. Dai capitoli della Bibbia si intuisce però l’episodio che avrebbe scatenato il cambiamento che ha portato il Mar Morto ad inaridirsi.
Dall’episodio sulla distruzione di Sodoma e Gomorra contenuto all’interno del capitolo 19, emerge infatti:
“Allora Lot alzò gli occhi… e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra – era come il giardino del Signore, come il paese d’Egitto, fino ai pressi di Zoar “.
Nel capitolo 47 della Genesi il ritorno alla vita nel Mare del Sale sarebbe l’inizio dell’apocalisse. Ezechiele indica proprio il ritorno dei pesci nel Mar Morto come il segno inequivocabile della fine del mondo