Una ricerca pubblicata su Vox ha rivelato che molti videogames per smartphone, alcuni dei quali anche molto famosi, invierebbero i dati personali degli utenti a terze parti non ben identificate e neppure gli sviluppatori di queste applicazioni saprebbero quali sono le informazioni che vengono inviate e a chi. Uno dei videogame per smartphone incriminati, per esempio, sarebbe il famosissimo Angry Birds. Eppure Rovio, il suo sviluppatore, poco saprebbe riguardo l’identità dei terzi che ricevono le informazioni degli utenti.
In particolare, il report ha rivelato che molte applicazioni che vengono installate sullo smartphone comunicano con software di terze parti che propongono all’utente pubblicità mirata mentre gioca. Lo studio, però, non è riuscito a capire come queste applicazioni raccolgono le informazioni degli utenti.
Lo studio condotto da Vox ha rilevato che molti videogiochi per smartphone contengono al loro interno alcuni codici che appartengono ad altre società
: ciò avviene perché, spesso, gli sviluppatori, nel realizzare le loro applicazioni partono da progetti già esistenti per poi personalizzarli, in modo tale da risparmiare tempo e denaro. Proprio per questo motivo molti videogames nascondono codici che comunicano con terzi, regalando loro i dati degli utenti che utilizzano queste applicazioni.Poco si sa riguardo le informazioni inviate, ma basti pensare che il modo in cui una persona gioca può rivelare molto sul suo umore, su ciò che ama o quel che succede nella sua vita. Molti studi hanno infatti dimostrato che, per esempio, le persone giocano di più quando sono a dieta o quando sono depresse, e già questo è un dato prezioso per offrire pubblicità mirata.
Fortunatamente, le applicazioni usano queste informazioni per scopi, per così dire, innocui: (offrire pubblicità mirata, appunto), ma ciò non esclude il bisogno di informare l’utente circa il modo in cui i suoi dati verranno trattati al momento del download dell’app stessa.