In Italia non è ancora stata attivata la rete 5G che già si pensa alla connessione di sesta generazione. Il cosiddetto 6G è infatti un progetto in fase di sviluppo con una deadline fissata al 2030. Ovviamente, non saltiamo subito alle conclusioni poiché 10 anni sono lunghi e, secondo quanto ipotizzato da Huawei, ci vorranno almeno due tecnologie di rete intermedie chiamate 5G+ e 5G++ (o 5.5G??) prima di poter abbracciare la sesta generazione della ultra velocità.
Con ogni probabilità, una connessione TIM, Wind Tre o Vodafone su rete 6G potrà reggere una densità di dieci oggetti connessi per metro quadrato, con una precisione di circa 10 cm e latenze di appena 0,1 secondi. La nuova rete dovrebbe quindi portarci a sperimentare prestazioni neanche immaginabili nel 2019.
Situazione attuale del 5G e sviluppo del 6G
Attualmente, il 5G è attivo negli Stati Uniti d’America, in Cina, in Svizzera e in Corea del Sud. In Italia TIM, Vodafone, Wind Tre e altri operatori stanno lavorando alacremente per consegnare le prime reti ai consumatori entro l’estate.
Tuttavia scienziati, ricercatori, produttori di device e innovatori hanno già da tempo immaginato quali strategie attuare per il post 5G. Quindi, seguendo la road map indicata da Huawei, ci saranno due salti di qualità che che prepareranno alle prestazioni della futura generazione. Il 5G+ debutterà entro il 2024 e la versione 5G++ entro il 2028, per aprire le porte al 6G due anni dopo.
A parlare di 6G è stata per giunta la Cina, con il Ministero dell’Industria cinese già al lavoro dal 2018 sulle connessioni prossime venture. Tra le anticipazioni svelate dal governo cinese, si parla di velocità da un 1Tbps, latenza bassissima, e una stupefacente copertura del segnale di rete attraverso gli oceani e i mari in profondità.
Se ciò fosse tutto confermato, sarebbe un passo enorme per l’umanità, non più fiaccata dal digital divide e non per forza costretta a servirsi della prossima connessione satellitare globale Starlink ad opera di Elon Musk. Infine, con il 6G gli esperti sono convinti ci sia la potenza di calcolo e trasporto dati adatta allo sviluppo dei robot dai comportamenti e dalle sembianze indistinguibili dagli umani.