La Corte Costituzionale ha demandato alle Regioni l’assoluta libertà d’introdurre “esenzioni fiscali sul pagamento del bollo auto“. La notizia è una felice novità, poiché l’esonero non sarà più riservato alle sole (solite) particolari categorie sociali.
Con questa sentenza, la Corte è tornata di fatto a esprimersi un’altra volta in materia, grazie all’operatore del giudice Luca Antonini chi ha finalmente posto fine alla lite tra la Commissione Tributaria Provinciale di Bologna e la Regione Emilia-Romagna. Il nodo che andava sciolto riguardava il pagamento della tassa automobilistica regionale per i veicoli d’epoca, quelli con anzianità tra i 20 e i 30 anni per intenderci.
Ovviamente non poteva mancare la querelle politica sull’argomento, poiché il Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha affermato di “ritenete il bollo auto una tassa ingiusta. Se compri la macchina la macchina è tua.” Ora potrebbe far sorridere che un rappresentante dello Stato di così alto livello si ponga di traverso su una tassa che alimenta non poco il gettito fiscale, ma ormai la politica è molto più social e sensazionalista di anni fa
. E la cosa agli elettori sembra piacere.
Tornando alla notizia, c’è un risvolto anche negativo nella faccenda: poiché le Regioni possono sì decidere per l’esenzione del bollo auto, ma possono anche aumentarlo a loro discrezione. Per questo la Cassazione ha posto il vincolo di non alzare la pressione fiscale oltre il tetto fissato dallo Stato.
Secondo i dati ISTAT il bollo auto rappresenta una spesa consistente per famiglie e aziende, oltre a essere un’entrata imprescindibile per il Fisco. Nel quinquennio 2013-2017 le tasse pagate dagli italiani per il possesso dell’auto sono aumentate al ritmo medio di oltre 200 milioni di euro l’anno.
Pertanto salutiamo le parole di Di Maio con favore, ma la politica non ha mai avuto il coraggio di intervenire sul bollo auto: è rimasta infatti allo stato di proposta l’idea del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di “trasformare la tassa da possesso a tassa sul consumo.”