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Smartphone, messaggi e Whatsapp di sera: ecco i pericoli per il sonno

Uno studio condotto dalla Società Europea di Endocrinologia ha confermato per la prima volta il collegamento tra l’uso di smartphone prima di andare a letto e l’insonnia.

I ricercatori del Netherlands Institute of Neuroscience, per realizzare lo studio, hanno preso in considerazione un gruppo di 55 adolescenti ed hanno riscontrato che coloro che trascorrevano più di quatto ore al giorno utilizzando lo smartphone, si addormentavano mediamente trenta minuti dopo rispetto agli utenti che passavano meno ore davanti allo schermo, e che avevano una maggiore possibilità di svegliarsi durante la notte.

«Gli adolescenti passano sempre più tempo davanti a agli schermi degli smartphone, e in questa fascia di età i disturbi del sonno sono molto frequenti», ha commentato Dirk Jan Stenvers, esponente del Centro medico dell’Università di Amsterdam che ha presentato i risultati della ricerca al convegno della European Society of Endocrinology. I problemi, tuttavia, non riguarderebbero solo il sonno, ma anche la memoria, la concentrazione, l’obesità, i tumori e malattie cardiache.

Usare lo smartphone di sera ci fa dormire poco e male, ma con gli occhiali protettivi la situazione migliora

Secondo quanto emerso dalla ricerca, basterebbe una settimana senza usare lo smartphone prima di dormire per regolarizzare il sonno, o si potrebbero utilizzare degli occhiali protettivi speciali.

«L’uso di occhiali che bloccano la luce blu può ridurre l’impatto sul sonno degli adolescenti», ha riferito Iroise Dumontheil, dell’Università di Londra. «E’ stato interessante notare che indossare questi occhiali ha avuto un effetto simile ad evitare completamente l’uso degli smartphone stessi».

A 25 degli adolescenti che trascorrono più di 4 ore davanti allo schermo dello smartphone è stato infatti chiesto di indossare degli occhiali che bloccano la luce blu o di evitare del tutto gli schermi la sera per due settimane. Dall’esperimento è emerso che, già dopo sette giorni, il ritmo sonno veglia dei soggetti si è regolarizzato.

«Abbiamo dimostrato che i problemi nel dormire possono essere risolti minimizzando l’esposizione serale o schermando la luce blu», hanno commentato gli autori della ricerca.

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Pubblicato da
Raffaella Papa