L’Organizzazione Mondiale della Sanità oggi ha adottato una revisione della Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi di salute correlati (ICD-11). Include per la prima volta il “Disturbo del gioco”. Esso è considerato un disturbo comportamentale che causa dipendenza.
“Il disturbo del gioco” è elencato dopo “disturbo del gioco d’azzardo” nell’ICD-11. Il disturbo del gioco d’azzardo era precedentemente “gioco d’azzardo patologico” in ICD-10, che l’OMS ha ratificato nel 1990. La revisione del nuovo disturbo entrerà in vigore il 1 gennaio 2022.
“Disturbo del gioco”, i rappresentanti dell’industria dei giochi criticano la decisione
La classificazione internazionale delle malattie è un sistema per classificare malattie e disturbi ai fini della ricerca epidemiologica. Ha un capitolo dedicato ai “disturbi mentali, comportamentali o dello sviluppo neurologico”, in cui è elencato il disturbo del gioco.
Il suo linguaggio chiama il disordine del gioco “un modello di comportamento di gioco persistente o ricorrente (‘giochi digitali’ o ‘videogiochi’), che può essere online (cioè, su Internet) o offline.” Coloro che hanno problemi di gioco possono mostrare “un controllo compromesso sui giochi”, “una maggiore priorità data ai giochi nella misura in cui il gioco ha la precedenza sugli altri interessi della vita e sulle attività quotidiane”.
Una dichiarazione congiunta di rappresentanti dell’industria dei videogiochi in Europa e di altre sette nazioni ha invitato l’OMS a riesaminare la decisione di includere il disturbo nell’ICD-11. “Il” disturbo del gioco “non è basato su prove sufficientemente solide per giustificare la sua inclusione in uno dei più importanti strumenti di normazione dell’OMS”.
Quando l’OMS ha finalizzato il testo dell’ICD-11 lo scorso anno, l’Entertainment Software Association ha respinto l’inclusione del disturbo in questione. Si affermava che così facendo “si banalizzano problemi di salute mentale come la depressione e il disturbo d’ansia sociale”.
L’ICD non è legge, né ha la forza di farlo. Ma è molto influente sul modo in cui professionisti e responsabili delle politiche studiano e propongono trattamenti o interventi in materia di salute pubblica. Questa influenza può essere percepita a livello di paziente.