Huawei già prima del ban navigava in acque torbide, e questo non è certo sfuggito ai vertici dell’azienda. Il produttore cinese aveva infatti deciso di correre ai ripari già in tempi non sospetti. Le parole di Trump contro la Cina erano nell’aria da mesi, così il produttore ha pensato bene di giocare d’astuzia, anticipando una spiacevole problematica.
Temendo che il futuro potesse riservare qualche possibile problema di approvvigionamento con le aziende americane, Huawei ha pensato bene di fare una scorta di semi-conduttori e altri componenti hardware. Questo risulta da un report CLSA pubblicato da Yahoo.
Quindi già mesi prima della decisione di Trump di mettere Huawei nella sua “black list”, il colosso cinese avrebbe acquistato componenti necessari a supportare la produzione dei suoi device per circa un anno.
Secondo l’analista Sebastian Hou , Huawei avrebbe creato una falsa domanda nel mercato. Questo avrebbe incrementato il fatturato globale dell’8% nel Q1 2019, andando contemporaneamente a rimpinguare i magazzini
del produttore cinese. Sarebbero infatti stati investiti ben 35 miliardi di dollari, numero leggermente inferiore ai 40 miliardi che erano stati stimati.Si tratta quindi di cifre importanti, che avrebbero dovuto allarmare i produttori, nonostante fossero state fatte in tempi non sospetti. Curioso come il produttore abbia deciso di aumentare notevolmente le sue richieste con svariati mesi di anticipo rispetto alla decisione di Donald Trump.
La conseguenza per il mercato americano è espressa anche all’interno dello stesso report CLSA. Una volta che la falsa richiesta da parte di Huawei terminerà, le aziende americane crolleranno. Le aziende statunitensi dovranno far fronte ad una massiccia perdita di fatturato, che potrebbe avere tragici risvolti per l’economia.
Chissà se il governo americano deciderà di fare un dietro front proprio per evitare ripercussioni sulla sua economia. Non ci resta che aspettare i futuri sviluppi della vicenda che non tarderanno sicuramente ad arrivare.