Dopo aver perso posizioni e accordi commerciali con quasi tutto il mondo occidentale, per Huawei arriva qualche piccola vittoria. Il produttore ha riguadagnato il suo posto di diritto nella WiFi Alliance, nello JEDEC e nella SD Association.
Fino a pochi giorni fa, Huawei aveva patito l’esclusione dalla WiFi Alliance, dallo JEDEC e da ultimo dalla SD Association, ovvero gli enti che stabiliscono lo standard delle reti wireless e dei semiconduttori. Il colosso cinese non avrebbe potuto di fatto più offrire supporto a schede SD e microSD nei suoi futuri smartphone. E proprio SD Association aveva confermato senza mezzi termini che tale rimozione fosse legata al ban del Governo Trump.
Huawei: quante sono le aziende fedeli al Ban degli USA
Nonostante il ritorno a casa nelle associazioni appena citate, sono ancora tantissime le aziende che hanno congelato i rapporti commerciali con Huawei per capire gli sviluppi della questione politica. Oltre al clamoroso dietrofront di Google, ha fatto scalpore proprio in queste ore sapere che Amazon Japan non venderà direttamente i prodotti Huawei.
Ma non solo Amazon, poiché il braccio di ferro tra Cina e USA sta causando diverse turbolenze nei rapporti con le catene di fornitura di materie prime e semilavorati di cui Huawei si serve. Molti fornitori statunitensi, come Micron, Qorvo e Lumentum, hanno rivelato con relativi comunicati stampa di aver sospeso le spedizioni dei loro prodotti verso la compagnia cinese.
Il motivo risiede nel sottostare alla nuova regola imposta da Trump, mentre l’effetto domino sta cancellando anche i vari business di Huawei con produttori non americani. In testa c’è Infineon Technologies, Panasonic e Arm Holdings, i quali hanno fermato diverse spedizioni solo per evitare d’incorrere in eventuali sanzioni internazionali.
L’azienda, per bocca dei suoi massimi dirigenti, non è pronta alla resa delle armi e ha già diversi assi nella manica e piani B per risorgere.