Tale tecnologia può riconoscere le persone confrontando le loro caratteristiche facciali in tempo reale con un’immagine già memorizzata in una “lista di controllo”, che potrebbe provenire da un database della polizia o da un account sui social media. Il sistema che sfrutta il Face ID sta diventando sempre più popolare per le forze di polizia di tutto il mondo. Tuttavia, la tecnologia del riconoscimento facciale è controversa. Una ricerca dimostra che può essere inaccurata e discriminatoria. San Francisco sta addirittura considerando un divieto totale da parte della polizia.
La ricerca sull’uso della tecnologia del riconoscimento facciale dalle forze dell’ordine suggerisce che, dai dati resi pubblici, i tassi d’arresto sono bassi. C’è il rischio, però, che persone innocenti possano essere coinvolte. Le prove ottenute con Face ID sono anche costose. I rapporti evidenziano soprattutto che le persone sono identificate, in alcuni casi, in base a criteri relativi alle malattie mentali. Quindi, in modo discriminatorio. A giugno 2017, durante la finale della UEFA Champions League a Cardiff, la polizia del Galles ha usato il Face ID utilizzando immagini di bassa qualità e il sistema ha prodotto oltre 2000 falsi positivi.
Quando si giustifica l’uso del riconoscimento facciale in termini di efficacia nel controllo e nella prevenzione della criminalità, si tende a mostrarsi consapevoli delle preoccupazioni che ne derivano. La tecnologia del riconoscimento facciale viola le norme sociali di condotta accettabile in uno spazio pubblico. Quando siamo in pubblico, non è accettabile che la polizia potrebbe invadere la nostra privacy per analizzarci tramite queste nuove tecnologie.
L’accuratezza non è l’unico problema del Face ID. Ci sono poche indicazioni circa la soglia corretta per cui l’inclusione in un elenco di controllo è lecito. La maggior parte delle immagini utilizzate per popolare le liste di controllo vengono raccolte dai database della polizia, spesso da quando le persone vengono prese in custodia. Vi è il rischio particolare che le persone con condanne vecchie o minori, o anche quelle che sono state arrestate o indagate ma che non hanno alcuna condanna, possano essere stigmatizzate attraverso la sorveglianza del riconoscimento facciale.
L’uso da parte della polizia dovrebbe essere limitato, concentrandosi solo su gravi crimini o minacce alla sicurezza pubblica. Non dovrebbe esserci questo uso pervasivo. Si dovrebbero limitare la dimensione degli elenchi di controllo e migliorare i requisiti di qualità dei sistemi tecnologici. Infine, anche il modo in cui le immagini vengono compilate e archiviate per gli elenchi di controllo.