Persa praticamente l’occasione per mettere un freno alle radiazioni elettromagnetiche della generazione precedente, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro vuole rimettere mano alla classificazione delle emissioni della rete 5G. Intanto, infuriano teorie apocalittiche tra i cittadini sul fatto che il 5G potrebbe estinguere la razza umana in meno di 10 anni.
Ma viste le massicce emissioni di elettrosmog a cui saremo sottoposti, non è insensato pensare che ci stiamo scavando la fossa da soli. E se davvero l’Agenzia sposterà la classificazione del rischio sul 5G dalla classe 2B dedicata ai “possibili agenti cancerogeni”, allora qualcosa può cambiare. Perché in fondo sono due anni che lo sappiamo, l’elettrosmog fa male e diversi studi di lavoratorio lo confermano.
Se gli studi dell’istituto Ramazzini e del National Toxicologic Program americano fossero ascoltati, la rete 4G LTE, e forse anche il 5G, verrebbero classificate come
“probabili agenti cancerogeni” o “cancerogeni certi”. Ma la comunità scientifica internazionale non accetta le tesi dei due studi, apponendo diverse ricerche a contrasto che sanciscono l’assoluta non pericolosità delle reti mobili.Eppure la rete 5G emetterà un volume di elettrosmog mai visto prima, e sembra assurdo non porre qualche dubbio sulla salute dell’uomo nel futuro. Non è peregrino pensare che una massiccia esposizione a radiazioni h24 per 7 giorni su 7 possa davvero portarci all’estinzione.
Anche dai governi di alcuni Paesi d’Europa vogliono approfondire il discorso radiazioni. La rete 5G, pertanto, non è ancora stata accolta da Belgio, da tre cantoni svizzeri (Ginevra, Giura, Vado), mentre in Olanda e Germania sono in corso ulteriori verifiche. Un po’ più estrema l’isola di Malta che ha deciso bloccare l’asta per le licenze fino a che non escluda la pericolosità del 5G.