Volkswagen Polo GTI R5

La Volkswagen Polo GTI R5, impegnata nel campionato rally WRC2 e in quelli nazionali, durante la gara ha spesso fatto fuoco e fiamme. Sono infatti molti i casi di principi d’incendio che hanno coinvolto la super vettura del colosso tedesco. L’ultimo è avvenuto al rally del Portogallo, quando Ole Christian Veiby si è dovuto fermare per un principio d’incendio al posteriore della sua Polo GTI R5, perdendo di fatto l’occasione di vittoria.

Oltretutto, il problema è ormai così diffuso che la factory di Volkswagen Motorsport sta lavorando senza sosta per cercare di capire quale sia la causa degli incendi. A quanto pare, però, la soluzione non è ancora stata trovata, e su 30 Polo GTI R5 vendute ai privati, 5 hanno preso fuoco al posteriore.

 

Volkswagen nella bufera: le dichiarazioni ufficiali

Ecco un estratto di quanto riferito da un portavoce di Volkswagen:Sappiamo che gli incendi si verificano nella parte posteriore delle vetture, ma trovare il particolare che li genera è molto difficile perché quando analizziamo le vetture sono spesso completamente distrutte dalle fiamme. Per questo abbiamo esperti che lavorano continuamente nel fuoco per darci un quadro più dettagliato di quello che succede. Trovare una causa comune a tutti questi incendi è difficile, ma questa è la nostra priorità e scopriremo il motivo“.

Eppure le prestazioni delle Polo GTI R5 sono ottime e regalano emozioni a chi guida. Ma putroppo sono gli incendi al retrotreno a rimanere impressi nelle menti degli acquirenti. Pertanto, il danno d’immagine dovrà essere ricucito dal settore motoristico sportivo.

Così come riferisce il direttore tecnico di Volkswagen Motorsport, François-Xavier Demaison:“se saremo costretti a usare un joker di sviluppo per eliminare il problema lo faremo. Questo è molto più importante delle prestazioni o trovare 1 o 2 decimi nelle speciali. Lavoriamo per trovare le ragioni di questi incendi e abbiamo già alcune idee. Tutte le nuove componenti devono essere testate e valutate in simulazione gara prima di essere implementate nelle vetture. In passato lo abbiamo fatto bene e penso proprio che siamo ancora capaci di farlo“.

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