Google cura l’aspetto sicurezza ed usabilità dei dispositivi Android. Ad ogni modo, purché perfettamente lecite, alcune app sono perfettamente inutili e vanno estromesse a priori dai nostri telefoni. Ecco quali sono.
Qua parliamo di Clean Master ma vale la regola generale che tutte le app che promettono di ottimizzare lo smartphone sono inutili fino a prova contraria. Non fa altro che sovraccaricare inutilmente il telefono funzionando in background. Ciò significa che processore e batteria vengono impegnati al 100% riducendo la prestazioni generali e la quantità di memoria disponibile.
Facebook la conosciamo tutti. Si tratta del social network più famoso al mondo. La sua fama si mantiene tale in quanto ad avidità nell’uso delle risorse interne ai dispositivi. Rete WiFi/mobile, batteria, memoria e CPU vengono stressate da un processo sempre attivo in background. Vi siete mai chiesti come facciano le notifiche ad arrivare in tempo reale? Disinstallatela e noterete un’enorme differenza in termini di performance e durata batteria.
Se proprio non ne potete fare a meno scegliete la versione Lite oppure optato per un collegamento diretto al proprio profilo tramite browser Internet.
Non serve. Oltre al fatto che ogni smartphone dispone di un suo file manager personalizzato c’è il fatto che questa applicazione proponga annunci pubblicitari invadenti che inficiano l’esperienza utente aumentando il consumo di batteria. Di recente, la stessa società ha ammesso che vi sono delle “irregolarità nell’uso degli annunci AdMob in alcuni dei suoi prodotti” .
L’app di incontri più famosa del web usa un approccio romantico per attirare a sé forbite schiere di utenti. Ad ogni modo la tecnologia che sta dietro il sistema è particolarmente pericolosa. Registra tutti i dati personali degli iscritti in modo tale da determinare con precisione le corrispondenze amorose. Non si concentra solo su età, distanza e sesso ma spulcia fino in fondi tutti i nostri dettagli. Meglio starne alla larga.
Scegliere il browser Android più adatto alle proprie esigenze è importante, e non solo per l’aspetto funzionale. La privacy ha un ruolo fondamentale nel processo di navigazione. Per UC Browser si sono tirate somme poco rassicuranti in merito all’aspetto riservatezza. Nel lontano 2015, Edward Snowden ha messo in allarme gli utenti riportando come questo browser si sia impossessato indebitamente di una moltitudine di dati. Tra questi soprattutto IMEI dello smartphone, ID Android, indirizzo MAC del dispositivo e posizione. Un modo nuovo per infettare i telefoni con nuovo spyware. Oggi l’app è stata bandita dal Play Store dopo gli ammonimenti alla sicurezza del 2016.