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Il 5G causerà la nostra estinzione, ecco i dettagli e gli ultimi studi

Nell’arco del prossimo anno sbarcherà anche in Italia la connessione 5G per utenti privati, quindi per chiunque voglia navigare ad alta velocità con il nuovo standard di connessione.

Ma oltre alla mera implementazione della velocità, il 5G porterà una vera rivoluzione in moltissimi altri ambiti. Basti pensare che grazie all’Internet of Things, l’intero sistema di elettrodomestici e intrattenimento casalingo diverrà gestibile attraverso semplici applicazioni. La gestione in remoto sarà il principio cardine di funzionamento per l’IoT. Per non parlare poi delle Smart Cities, con il progetto sulla Smart security e sull’improvement dei servizi al cittadino.

Tutto questo non farà che renderci sempre più connessi. Ma per rendere realtà queste prospettive, è stato necessario aumentare la quantità e la potenza dei ripetitori, determinando un notevole aumento della mole di radiazioni emesse.

Il 5G ci farà estinguere: parola di Martin Pall

Benché ancora nessuno studio abbia definitivamente associato l’assorbimento delle radiazioni dal telefono o dai ripetitori con un’insorgenza certa di determinate patologie, è ormai parere condiviso, nella comunità scientifica, che l’aumento in quantità dei ripetitori

possa determinare una serie di conseguenze sull’organismo.

Ed è questa anche la linea di pensiero di Martin Pall, professore emerito presso la Washington State University nonché esimio ricercatore, che ha dedicato la propria vita a studiare gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sul corretto funzionamento del corpo umano.

Secondo la sua analisi, non si sono fatti test biologici che potessero accertare la buona interazione tra radiazioni del 5G e organismi viventi. Il principale timore riguarda la possibilità di un’estinzione precoce della razza umana. Il motivo? L’innesco di disfunzioni a livello degli organi e delle cellule preposti alla riproduzione, con conseguente impossibilità di dar vita ad altri esemplari della nostra specie e condanna all’estinzione nel giro di pochissimi anni.

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Pubblicato da
Monica Palmisano