Se un asteroide passasse vicino al nostro pianeta, la maggior parte di questi non entreranno in rotta di collisione con noi. Se anche fosse, solo un piccola percentuale di queste rocce che provengono dalla fascia di corpi celesti orbitanti tra Marte e Giove è grande abbastanza da poterci impensierire in caso d’impatto. Ma come successe milioni di anni fa, è comunque possibile che prima o poi un disastro di proporzioni planetarie accada di nuovo.
Non a caso la NASA, da diversi anni si occupa di mappare gli asteroidi potenzialmente pericolosi che potrebbero avere traiettorie in rotta di collisione con la Terra. Nel 2006, purtroppo, la comunità astronomica internazionale si è accorta che un corpo roccioso potrebbe entrare in rotta di collisione il prossimo 9 settembre 2019.
Senza dissimulare la preoccupazione, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta monitorando costantemente la rotta del cosiddetto 2006 QV89, calcolando che le probabilità che ci colpisca siano al momento di 1 su 7000. Seppure si parla di un asteroide molto più piccolo di quello che impattò in Centro America e causò l’estinzione dei dinosauri, un diametro di 40 metri non è una misura da sottovalutare. Non basta solo la massa del corpo roccioso a determinare i danni da impatto, occorre vedere anche a che velocità e angolo di traiettoria avrà QV89.
Asteroide contro la Terra: colpirà il nostro Pianeta come in passato?
Se i calcoli probabilistici dell’ESA sono esatti, l’asteroide passerà vicino alla Terra senza toccarla a una distanza di circa 6,7 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Distanze enormi che però diventano piccolissime sulla scala cosmica. In passato la Terra è stata colpita da corpi celesti più o meno grandi come QV89 che sono stati in grado di causare dei veri cataclismi.
La scoperta di un cratere meteoritico sotto il mare al largo della Scozia ne è un esempio calzante, un luogo trovato dai ricercatori nonostante fosse vecchio di 1,2 miliardi di anni fa. Si stima che l’asteroide avesse circa un 1 km di diametro e, quando colpì la Scozia, la porzione di territorio risultava una desolata area desertica posta nelle vicinanze dell’equatore.
Ad ogni modo, il sistema solare interno (formato da Mercurio, Venere, Terra e Marte) è circondato dalla fascia di asteroidi, per cui non è impossibile che il nostro pianeta sia un giorno colpito da un oggetto che abbia il diametro tale da riscrivere di nuovo la storia della vita terrestre.