Sul famoso motore Google, le ricerche e G News, il servizio di notizie mondiali, hanno fruttato al colosso americano circa 4,7 miliardi di dollari nel corso dello scorso anno. La notizia ci viene data dal New York Times e cita i risultati di uno studio condotto dalla News Media Alliance (NMA).
Si parla di oltre il 40% di pagine visualizzate su Google con riferimenti alle news. Secondo il presidente e direttore esecutivo di NMA bisogna rivedere le condizioni degli accordi tra le testate giornalistiche e Google. Gli editori vorrebbero avere un ricavo maggiore sui guadagni, considerando che sono i veri creatori dei contenuti che fanno guadagnare BigG.
I dati parlano di introiti derivanti dalla pubblicità digitale negli USA pari a 5,1 miliardi di dollari soltanto nel corso dello scorso anno. Sono cifre molto simili a quelle realizzate da Google da sola. Stando alle parole di Chavern, direttore di NMA, gli editori guadagnano con questo accordo, quindi per avere un incremento dei guadagni, gli editor dovranno portare ancora più soldi all’azienda americana.
Il problema di un sistema editoriale non equo è di fama mondiale, e le testate vogliono una migliore suddivisione dei compensi con un nuovo accordo commerciale. Il presidente vorrebbe che dopo questa ricerca si possa giungere all’approvazione del JCPA (Journalism Competition and Preservation Act). Con tale associazione si prevederebbe un’esenzione di ben quattro anni per le testate giornalistiche dalle norme antitrust, il tutto per fermare lo stra-potere di Google.
Senza contare che BigG ha anche il diritto di acquisire i dati di tutti gli utenti (grazie ai numerosi servizi che offre) per fornire una selezione di notizie su misura per ogni persone, plus non da poco rispetto alla concorrenza.
Una tale problematica non è nuova per il gigante di Mountain View. Infatti l’anno scorso la UE aveva ipotizzato una link tax, creata al solo scopo di far pagare una piccola percentuale a visualizzazione per tutti gli articoli legati al servizio di Google News.
Il gigante non aveva intenzione di cedere a un tale accordo, e ha minacciato di chiudere il servizio. Cosa che fortunatamente non è avvenuta.