L’attesa per l’arrivo del 5G sta per terminare, almeno nel campo delle connessioni Private. Per quelle aziendali, infatti, le antenne si sono già accese, e stanno iniziando in questi giorni le prime attività connesse all’utilizzo della nuova rete.
D’altra parte, benché questa rivoluzione sia tanto caldeggiata su diversi fronti, porterà una modifica non indifferente nelle infrastrutture necessarie per il sostegno a questa tecnologia. La quantità e la potenza dei ripetitori dovrà essere superiore rispetto agli attuali, determinando una maggior quantità di radiazioni emesse.
Queste onde elettromagnetiche, però, possiedono una penetranza più rilevante. Abbiamo già analizzato gli effetti degli smartphone a contatto con il corpo e come l’Unione Europea abbia posto un freno alla commercializzazione di modelli con un SAR fuori dai limiti. Ma ancora non basta, e secondo lo scienziato Martin Pall il 5G darà il colpo di grazia e ci condannerà all’estinzione.
Benché ancora nessuno studio abbia definitivamente associato l’assorbimento delle radiazioni dal telefono o dai ripetitori con un’insorgenza certa di determinate patologie, è ormai parere condiviso, nella comunità scientifica, che l’aumento in quantità dei ripetitori possa determinare una serie di conseguenze sull’organismo.
Ed è questa anche la linea di pensiero di Martin Pall, professore emerito presso la Washington State University nonché esimio ricercatore, che ha dedicato la propria vita a studiare gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sul corretto funzionamento del corpo umano.
Secondo la sua analisi, non si sono fatti test biologici che potessero accertare la buona interazione tra radiazioni del 5G e organismi viventi. Il principale timore riguarda la possibilità di un’estinzione precoce della razza umana. Il motivo? L’innesco di disfunzioni a livello degli organi e delle cellule preposti alla riproduzione, con conseguente impossibilità di dar vita ad altri esemplari della nostra specie e condanna all’estinzione