L’Italia risulta pioniera nella sperimentazione 5G in tutta Europa, dal momento che l’asta italiana per le sue frequenze è stata una delle prime a essere considerata chiusa e a dare subito esito in lavori sulle linee, per renderle pronte a supportare la nuova tecnologia.
D’altra parte, come rivela uno studio presentato durante il MWC di Barcellona, il 90% degli operatori in Italia ha timore per un aumento dei costi energetici necessari a rendere attivi i servizi di 5G e edge computing.
Questa ricerca, effettuata da Vertiv – società che si occupa di offrire servizi a infrastrutture tra cui data center e reti di comunicazione – con il supporto di 451 Research, mette in luce delle criticità che, all’alba dell’inaugurazione di queste nuove tecnologie, ancora persistono.
Questo non vuol dire che gli operatori siano scettici sul 5G, assolutamente: anzi, aleggia in ogni settore un certo ottimismo
sulle novità in positivo che queste due innovazioni andranno a comportare. Però, quasi unanimemente, i gestori di telefonia riconoscono il possibile e probabilissimo aumento del consumo energetico della rete: ecco perché si cercano soluzioni per ottimizzare le prestazioni senza aumentare esageratamente questo parametro.L’indagine ha coinvolto più di 100 operatori di telecomunicazioni in tutto il mondo, e ha anche consentito di fare il punto della situazione sullo stato dell’arte dei lavori: ne è risultato che attualmente la maggior parte dei gestori ha già migliorato (37% del campione) o prevede di migliorare (47% del campione) il MEC, Multi-access Edge Computing.
Tra le possibili soluzioni e misure contenitive, figura l’ESaaS, Energy Savings as a Service, a cui dall’indagine risulta interessato il 90% delle aziende esaminate, e che sarebbe una delle vie per superare alcuni degli ostacoli principali all’adozione della tecnologia 5G su vasta scala.