Lo smartphone è diventato ormai strumento essenziale durante la nostra quotidianità. Averlo sempre a portata di mano è divenuto un requisito imprescindibile per poter compiere anche i gesti più quotidiani, come interagire con i propri figli o le persone che ci stanno accanto.
Ma spesso costituisce una forte fonte di distrazione per il nostro cervello. Per quanto la nostra mente possa essere multitasking e provvedere all’elaborazione di stimoli diversi anche in contemporanea, a lungo andare essa potrebbe sovraccaricarsi, come sostiene Sherry Turkle, professoressa del Massachusetts Institute of Technology.
Secondo la professoressa Turkle, l’utilizzo continuo dello smartphone ha prima di tutto indotto una svalutazione della comunicazione, soprattutto quella messa in atto di persona, faccia a faccia. Questo ha creato un circolo vizioso in cui evitare di dialogare o discutere vis à vis è diventata la norma, e si delegano anche tematiche molto importanti a conversazioni virtuali.
Inoltre, un risvolto molto importante riguarda la capacità di concentrazione su un task
e l’attenzione che vi si riesce a dedicare. Sbloccare di continuo il telefono o il tablet mentre si sta svolgendo un compito distoglie il nostro cervello dal compito stesso, confinandolo inconsciamente in una zona di minor importanza. Come se non fosse sufficientemente rilevante portarlo a termine e ci si potesse concedere distrazioni di ogni sorta.Una considerazione in particolare della professoressa pone l’accento sullo stress a lungo termine derivante dal continuo check del telefonino: secondo Turkle, è come se ogni volta ci si addentrasse in una “battuta di caccia nella giungla”, durante la quale tutti i nostri sensi devono essere vigili e rivolti a qualsiasi pericolo possa mettere a repentaglio la nostra incolumità. Dare spazio a così tanti stimoli va ad affaticare e sovraccaricare il normale pool di reazioni a cui dobbiamo essere pronti, rendendoci più stanchi, spossati e facendoci annoiare più velocemente.