Il 5G rappresenterà di certo un passo in avanti decisivo per la connettività e lo sviluppo di tecnologie correlate. Pian piano, il futuro che più volte abbiamo osservato solo nei film di fantascienza si sta avverando. Ma una tecnologia così pervasiva a quale prezzo l’avremo?
Secondo le ultime ricerche, il 5G non dovrebbe emettere radiazioni pericolose per l’uomo ma, uno dei massimi esperti nel campo, il dottor Martin Pall, sostiene invece che, ad oggi, non c’è alcuna sicurezza che la nuova rete non sia dannosa per la salute. Lui come tanti altri scienziati stanno intanto influenzando l’opinione pubblica e alcuni governi per porre un argine allo sviluppo massivo delle reti. E pare che alcuni Stati stiano prendendo precauzioni.
In Italia la dott.ssa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini, insieme al dottor Fiorenzo Marinelli e al prof. Livio Giuliani sono tra i sostenitori della teoria che il 5G potrebbe davvero “portare all’estinzione della razza umana”.
Anche il suddetto Pall non esclude questa possibilità e sostiene che la rete potrebbe “modificare i genomi umani, portando ad un disastro sanitario ed ecologico mondiale; i cambiamenti si registrerebbero sia nello sperma che negli ovuli, arrivando così ad un aumento di 2,5-3 volte delle nascite di bambini con mutazioni genetiche (in alcuni casi dannose).”
Il 5G rappresenta una minaccia non tanto per il numero di antenne che andranno posate, in numero enormemente maggiore rispetto al 4G LTE, tanto per le frequenze sfruttate ed il livello degli impulsi. Sebbene c’è che sostiene che le onde millimetriche MIMO usate nel 5G siano innocue, secondo Pall i campi elettromagnetici di diverse frequenze possono interagire con le nostre cellule.
Tuttavia non possiamo gettarci nelle braccia del panico, ma è giusto che gli esperti verifichino le affermazioni allarmistiche sulla pericolosità delle radiazioni 5G. Se esiste una mera possibilità riguardante l’estinzione della razza umana tale va fugata, come è doveroso rassicurare l’opinione pubblica che la rete sia innocua (senza agire per conto dei Governi).