Una scoperta del rover Curiosity della Nasa, in missione su Marte, ha messo in agitazione la comunità scientifica internazionale, poiché uno dei suoi strumenti ha misurato una grande quantità mai rilevata di metano. Trovare questo in così alte concentrazioni di solito è dovuto a processi biologici delle creature viventi, o almeno così avviene sulla Terra. Sebbene il metano su Marte potrebbe derivare anche da da reazioni che avvengono nel sottosuolo tra l’acqua e le rocce, la sua presenza massiva potrebbe rappresentare tracce di vita recente.
Dopo aver aspettato qualche giorno, anche la NASA ha dato l’annuncio ufficiale sui risultati di Curiosity, specificando che uno degli strumenti del rover, lo spettrometro SAM (Sample Analysis at Mars), ha rilevato nell’atmosfera marziana concentrazioni di metano pari a 21 parti per miliardo di unità di volume. Un valore esattamente doppio rispetto a quello rilevato nel 2005 dal PFS (Planetary Fourier Spectrometer) installato a bordo della sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea.
Marte: nuovi dati ipotizzano che ci sia vita sul Pianeta Rosso
Dunque c’è vita su Marte o no? Per ora Enrico Flamini, docente di Esplorazione del Sistema Solare dell’Università di Pescara ed ex coordinatore scientifico dell’ASI si limita a dire che “è un’ulteriore conferma della presenza del metano nell’atmosfera di Marte e in quantità più significative rispetto a quelle rilevate in passato“.
Poi Flamini ritorna sull’argomento del gas legato alla vita: “le cose non sono affatto così automatiche: quello che vediamo è il prodotto finale di un processo che può essere di tipo biologico oppure geologico. Sicuramente per collegarlo alla vita serviranno altre misure“.
La prossima missione su Marte sarà ExoMars 2020 ma, intanto, l’unico modo per confutare le ipotesi di vita marziana di recente formazione è cercare eventuali tracce sul pianeta. Da ora in avanti sarà anche l’obiettivo della missione ExoMars 2020, organizzata dall’ESA e dall’agenzia spaziale russa Roscosmos. Il rover dovrebbe scavare nel terreno fino a due metri di profondità alla ricerca di batteri che potrebbero la fonte del metano.