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Ancora oggi, nonostante i progressi incredibili e rapidissimi della tecnologia, sembra si parta con l’assunto che la velocità media della rete WiFi, intesa come rete fissa, sia superiore a quella della rete mobile.

Probabilmente questo presupposto corrisponde ad un retaggio che ci si porta dietro da periodi neanche troppo lontani nel tempo, in cui erano le reti fisse a farla da padrone, mentre quelle mobili stavano necessariamente un gradino più in basso per velocità, affidabilità e sicurezza.

In realtà studi recenti effettuati da OpenSignal dimostrano che questa demarcazione non risulta più così netta, e anzi si risulterebbe obsoleti a pensare che le reti mobili non siano in alcun caso all’altezza delle connessioni fisse.

I risultati dello studio

Lo studio mette in luce che, su ben 80 Paesi nel mondo considerati nella statistica, 33 Paesi possiedono reti mobili che viaggiano ad una velocità superiore rispetto al più “tradizionale” WiFi. E non si tratta solo di Paesi in cui vi è un’arretratezza infrastrutturale che non riesce a colmare il gap in Mbps, ma di zone del mondo anche avanzate a livello tecnologico, tra cui spiccano Australia, Qatar, Repubblica Ceca e Grecia.

Diversa la situazione italiana, dove il WiFi primeggia ancora sulla rete mobile, staccandola però di soli 2,8 Mbps: un divario destinato a ridursi, nonostante gli ottimi risultati nell’introduzione della banda ultralarga – risultati che, appunto, ci permettono di attestarci ancora fra quei Paesi in cui è il WiFi a farla da padrone.

Questa differenza tenderà ad appiattirsi con il tempo, e si potrebbe addirittura registrare un’inversione di tendenza: i maggiori investimenti sugli impianti 5G e la caratura di questa connessione la porteranno sicuramente in vetta a livello nazionale, facendo ufficialmente rientrare l’Italia, come forse anche tanti altri Paesi, nella parte della statistica in cui le reti mobili risultano più efficienti del WiFi.

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