Era il 2012 quando nacque Siri, la tecnologia che ha dato una voce agli smartphone dando inizio ad una rivoluzione che oggi è in pieno svolgimento. Da allora, infatti, gli assistenti vocali ne hanno fatta di strada e sono diventati man mano degli smart speaker, ormai parte dell’arredamento delle nostre case.
Nel 2014 è nato Amazon Echo e nel 2016 Google Home e la rivoluzione digitale ha messo radici anche nelle mura domestiche, contando più di 1 miliardo di dispositivi attivi in tutto il globo. Secondo le statistiche di Voicebot.ai, i numeri stanno crescendo di anno in anno: nel quarto trimestre del 2018, le vendite di smart speaker sono aumentate del 79%.
E le ricerche indicano che il 71% dei possessori di smart speaker li utilizzano almeno una volta al giorno, solitamente per sentire della musica (70%), per essere aggiornati sulle condizioni meteo (64%) e per ricordare appuntamenti ed eventi importanti (46%). Quest’anno la novità è Google Nest, il display che integra i servizi Smart Home.
Già prima di Google Nest la domotica e gli smart speaker erano alleati ma grazie a questa nuova tecnologia sarà possibile davvero controllare non solo gli elettrodomestici, le luci e il termostato, ma anche i sistemi di sicurezza che sono il core business di Nest, la società acquistata nel 2012 da Google.
La storia degli smart speaker è solo agli inizi: secondo Hej!, la digital innovation agency che applica l’intelligenza artificiale alla conversazione, gli utenti inizieranno a cambiare il loro modo di interagire e la voce diventerà primo attivatore di sistemi digitali. Quando le tecnologie saranno più evolute, saranno in grado di fornire esperienze veramente complete:
non saremo più noi (solamente) a richiedere l’aiuto di questi sistemi ma saranno gli assistenti che inizieranno a suggerire, in modalità predittiva, agli utenti cosa fare in determinate circostanze. Grazie anche all’intelligenza artificiale, raccogliendo i dati sulle nostre richieste agli smart speaker, potranno anche consigliarci quali attività svolgere.
Spiega Stefano Argiolas, CEO di Hej!: “Le nuove tecnologie permetteranno di aumentare il ventaglio di azioni possibili che potranno fare gli smart speaker rendendoli di fatto proattivi a seconda delle nostre necessità. In questo modo, basterà, ad esempio, condividere il nostro calendar e una vera e propria assistente ci supporterà in tutte le nostre attività”.
Se grazie a questi assistenti virtuali avremo più tempo, potremmo dedicarci di più alle nostre passioni. Questo è un altro degli scenari interessanti all’interno del quale questi strumenti avranno un ruolo fondamentale: parliamo di conversational commerce, termine che fa riferimento all’acquisto di prodotti e servizi tramite assistenti vocali.